Robot e intelligenza artificiale, l’essere umano viene per primo

L’intelligenza artificiale è una grandissima opportunità per l’umanità, ma va trattata con estrema cautela e saggezza. Essa è già nelle nostre vite, e non solo perché fa funzionare il filtro antispam dell’email: domina il trading in borsa (e combina a volte dei guai), aiuta i medici di base a Londra, effettua sorveglianza di massa in Cina…  Non è sottoposta ad alcun inquadramento normativo: sarà probabilmente uno dei compiti della prossima legislatura.

Già ora tuttavia il Parlamento Europeo ha indicato la direzione del futuro quadro legislativo europeo, all’interno del quale, attraverso i miei emendamenti, sono riuscito ad inserire il principio che gli esseri umani debbano sempre essere in grado di prendere il controllo dell’intelligenza artificiale. E’ il modo per evitare che decisioni importanti per la vita delle persone vengano prese da algoritmi privi di etica.

Ho inserito il medesimo principio – per cui l’essere umano deve poter prendere in qualsiasi momento il controllo sulla tecnologie avanzate e intelligenti – anche negli atti preparativi alla nascita del quadro legislativo su  auto che si guidano da sole e robot.

L’avvento dei robot nelle fabbriche (e non solo in quelle) porta con sé,  se non la fine immediata del lavoro, almeno la sparizione di tanti posti di lavoro. Di qui la necessità, per la quale mi sono battuto in questi cinque anni, di separare il lavoro dal reddito.

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