Tra pochi anni i veicoli a guida autonoma modificheranno le nostre abitudini, porteranno grandi opportunità, ma anche nuove problematiche di sicurezza informatica o responsabilità civile in caso di incidente. Manca un quadro legislativo adeguato e il Parlamento Europeo ha iniziato ad occuparsene.
AGGIORNAMENTO – In fondo alla pagina i risultati del voto in commissione e in plenaria, rispettivamente il 5 novembre 2018 e il 15 gennaio 2019
I veicoli a guida autonoma, attesi per il 2030 nella loro declinazione senza intervento umano ci libereranno dalla necessità di passare ogni giorno in media un’ora e mezza al volante ma apriranno nuovi importanti interrogativi e questioni. Va pertanto predisposto per tempo un quadro normativo adeguato sul quale abbiamo cominciato a lavorare nel Parlamento Europeo.
Disinnescare i rischi per godere i vantaggi
Solo se il legislatore riuscirà a disinnescare per tempo i problemi, i rischi e le incognite potremo goderci pienamente i non pochi vantaggi offerti dai veicoli a guida autonoma come ad esempio riappropriarci del tempo che ora usiamo per guidare e raggiungere miglioramento notevole della sicurezza stradale, dal momento che oggi il 90% degli incidenti è causato da un errore umano.
Anche gli invalidi potranno viaggiare da soli in auto. Grazie alle “smart road” il traffico dovrebbe essere più fluido, con conseguente riduzione delle emissioni inquinanti. E’ lecito attendersi che autobus e navette senza guidatore comportino una riduzione del costo del trasporto pubblico, e dunque anche la possibilità di servire meglio le località piccole ed isolate.
Un hacker al volante
Un esempio dei problemi da risolvere o perlomeno limitare prima che si manifestino? I veicoli a guida autonoma funzionano grazie ad un software ed alla connessione ad internet, che può interrompersi per un black out e per il più banale dei motivi. Software e connessioni sono hackerabili, e quindi anche i veicoli a guida autonoma. In un famoso esperimento, gli hacker hanno mandato fuori strada un’auto tradizionale – e c’era un uomo in carne ed ossa al volante! – che era connessa ad internet solo per il sistema di infotainment. Più un veicolo è connesso ad internet – e i veicoli a guida autonoma lo saranno molto – più ci sono occasioni per hackerarli. Pertanto è necessario curarne scrupolosamente la sicurezza informatica.
La responsabilità civile in caso di incidente
Oltre che con i sensori e telecamere, l’auto a guida autonoma “legge” la realtà attraverso gli avvisi ricevuti dalle infrastrutture stradali e dagli altri veicoli: le cosiddette “smart road”. Questo scambio di informazioni presuppone almeno il 5G – su cui si adombrano alcune giuste preoccupazioni – e genera un’enorme mole di dati. Questioni di privacy, e non solo: i dati possono rivelarsi indispensabili per monitorare l’inquinamento legato al traffico, per sapere se servono – o no – nuove infrastrutture stradali, per stabilire il torto e la ragione in caso di incidente.Ne discende pertanto l’importanza di stabilire dove e come custodirli, nonché chi può accedervi.
Sempre a proposito di incidenti: di chi è la responsabilità civile, dell’azienda che ha progettato l’auto e il software? A quali standard deve rispondere un veicolo a guida autonoma, quali certificazioni deve possedere, che tipo di test deve superare per dimostrare di essere sicuro?
Alcuni veicoli già in vendita hanno già raggiunto il secondo dei cinque livelli di automazione; presto arriveranno al terzo e al quarto
Non resta moltissimo tempo per trovare risposte alle domande e soluzioni ai problemi legati alle auto a guida autonoma. Sono già in vendita in Europa veicoli che controllano automaticamente i freni, l’acceleratore o il volante sotto la supervisione del conducente. Corrispondono al secondo dei cinque livelli di automazione secondo una classificazione messa a punto nel 2014 e successivamente aggiornata da SAE International, l’ente che definisce gli standard per i veicoli a motore.
Veicoli in grado di compiere in modo autonomo alcune operazioni (livelli 3 e 4) giungeranno sul mercato europeo entro poco tempo: auto e autocarri capaci di gestire situazioni specifiche in autostrada, vetture che si parcheggiano da sole e simili. Ecco che a questo punto diventa necessario distinguere le responsabilità del guidatore dalle responsabilità del veicolo stesso in caso di incidente. In Lussemburgo ad esempio si sta già sperimentando la navetta che si muoverà autonomamente tra la stazione ferroviaria e la zona industriale di Contern e le auto capaci di guidarsi da sé ovunque e in ogni condizione di traffico (livello 5) dovrebbero essere disponibili entro il 2030.
Non c’è ancora un quadro normativo adeguato…
Il legislatore – che ha tempi lunghi – non deve farsi cogliere impreparato. Per ora l’UE ha dedicato solo alcuni cenni di attenzione ai veicoli a conduzione autonoma: la dichiarazione di Amsterdam (con l’impegno a lavorare a favore delle auto connesse ed automatizzate) ed una comunicazione della Commissione Europea (senza valore legislativo) inserita nel Terzo pacchetto mobilità. Al tema sono solo indirettamente ascrivibili il nuovo regolamento per l’omologazione dei veicoli e la proposta di regolamento sulla sicurezza dei veicoli, ora in corso di iter parlamentare.
…E il Parlamento Europeo cerca di tratteggiarlo
A livello UE non c’è quindi ancora nulla che entri davvero nel vivo della questione. Il Parlamento Europeo ha dunque sentito la necessità di sollecitare la Commissione Europea – l’unica che può formulare una proposta legislativa – attraverso una risoluzione d’iniziativa che contiene le indicazioni politiche per la futura legislazione relativa ai veicoli a guida autonoma. Se ne sta occupando la commissione parlamentare TRAN (trasporti e turismo), per la quale l’olandese Wim van de Camp, PPE, ha redatto una bozza di risoluzione che sta raccogliendo i contributi di altre commissioni parlamentari, fra le quali la commissione ITRE (energia, industria, ricerca) di cui faccio parte.
In qualsiasi momento l’uomo deve poter prendere il comando di un’auto a guida autonoma
In commissione parlamentare ITRE abbiamo presentato 14 emendamenti sulle auto a guida autonoma, da cercare in questo documento attraverso la parola-chiave “Tamburrano”. Gli aspetti legati alla sicurezza informatica ci sembrano già sufficientemente trattati e non siamo intervenuti in proposito. Però secondo noi
- è assolutamente indispensabile che in qualsiasi momento l’essere umano abbia la possibilità – e sia in grado – di riprendere il controllo di un veicolo a guida autonoma;
- considerare che la guida assistita offre vantaggi e non presenta le incognite proprie della guida autonoma;
- bisogna cogliere anche l’occasione offerta dai veicoli a guida autonoma per sviluppare una mobilità alternativa elettrica e/o basata su fonti rinnovabili di energia;
- è necessario che gli standard relativi alle caratteristiche dei veicoli vengano elaborati non solo a livello UE, ma ad un più vasto livello internazionale;
- i dati generati dalle auto a guida autonoma vanno resi accessibili – in forma anonimizzata – nel modo più ampio. E’ necessaria anche una particolare attenzione a quei dati utili alle autorità giudiziarie e a quelli relativi alle performances ecologiche dei veicoli;
- bisogna proteggere le comunità ed i passeggeri dei veicoli dall‘inquinamento elettromagnetico legato alla necessità di una costante, ubiquitaria, affidabile e potente connessione ad internet.
L’incubo di un veicolo impossibile da avviare, fermare o dirigere
Sottolineiamo con decisione la centralità del controllo umano sull’auto a guida autonoma. Altrimenti un qualsiasi imprevisto, un qualsiasi guasto o anche un attacco informatico singolo o generalizzato potrebbe lasciare qualcuno o una intera società in balìa di un veicolo (o di una flotta di veicoli) impossibile da avviare, fermare o dirigere.
In questo caso l’auto a guida autonoma diventerebbe un incubo. Diventerebbe come l’autocarro protagonista della sfida mortale di Duel, il lungometraggio d’esordio di Steven Spielberg nel quale non si vede mai il volto del guidatore.
AGGIORNAMENTO – La commissione parlamentare ITRE ha approvato il 5 novembre il testo finale dell’opinione sulle auto a guida autonoma destinato alla commissione parlamentare TRAN.
Le modifiche rispetto alla bozza iniziale sono dovute alla contestuale approvazione di emendamenti. Grazie alle mediazioni costruite con gli altri gruppi politici, l’opinione accoglie tutti i concetti alla base degli emendamenti presentati da noi, a cominciare dal fatto che i veicoli debbano essere sempre predisposti affinché l’essere umano possa prenderne il controllo in qualsiasi momento: abbiamo dunque votato a favore.
In più abbiamo avuto una sorpresa. Sono entrati tali e quali nel testo finale i nostri emendamenti a favore di: veicoli alimentati da elettricità proveniente da energie rinnovabili; formazione specifica dei guidatori su guida ecologica e condivisione dei dati; istituzione di osservatori nazionali su pro e contro dei veicoli a guida autonoma.
La Relazione sulla guida autonoma in Europa ha ricevuto il sigillo della Plenaria il 14 gennaio 2019. La delegazione M5S si è espressa a favore.