Sta nascendo il quadro legislativo UE per la rivoluzione nella quale stiamo entrando. Bisogna governarla affinché la possibile liberazione dal lavoro avvenga senza la distruzione del reddito e del welfare.
Stiamo entrando in un’era caratterizzata da robot capaci non solo di svolgere compiti meccanici, ma anche di imparare dall’esperienza e di imparare a pensare – per così dire – e quindi di svolgere tutto (o quasi) il lavoro al posto nostro, compreso quello di carattere intellettuale.
Liberi dal lavoro… ci pensate? Per la storia umana è uno sconvolgimento paragonabile alla scoperta del fuoco o all’avvento dell’agricoltura. Il Parlamento Europeo intende sollecitare un quadro legislativo UE per il nuovo scenario attraverso una relazione d’iniziativa per ora in bozza e che vi consigliamo caldamente di leggere, di cui é autrice la socialista Mady Delvaux.
Almeno per quanto si é visto fino ad adesso, qui a Bruxelles non ci si preoccupa molto di far sì che la rivoluzione connessa all’era della robotica avvenga a vantaggio dell’intera collettività. Tuttavia, se si lascia semplicemente che le cose facciano il loro corso, c’è la concretissima possibilità che la robotica mostri solo il suo volto peggiore attraverso la distruzione del reddito. Altro che liberarci dalla necessità di lavorare…
Ecco… noi del M5S a Bruxelles abbiamo appena iniziato la battaglia per inserire un’anima “sociale” nell’era della robotica nella quale stiamo entrando.
E’ assolutamente necessario che l’era della robotica venga governata affinché essa dispieghi soltanto i suoi effetti positivi e conformi alla dignità umana.
Altro che libero mercato! E’ assolutamente necessario che un’anima “sociale” permei il quadro legale in via di definizione a Bruxelles, visto che, da tale quadro regolatorio definito a livello UE, discenderà la legislazione di ogni Stato membro, Italia compresa. Abbiamo cominciato ad occuparci dell’argomento a partire dalla Relazione Delvaux, sia nella commissione parlamentare ITRE (Industria, ricerca ed energia) che nella commissione EMPL (Occupazione e affari sociali) attraverso gli emendamenti presentati insieme ad altri colleghi europarlamentari M5S: Tiziana Beghin (facente parte anche del gruppo di lavoro sulla robotica), David Borrelli, Laura Ferrara e Laura Agea.
Il rischio da evitare é che si ripeta con la rivoluzione della robotica quanto é avvenuto con la rivoluzione industriale di fine Settecento e con la rivoluzione informatica della seconda metà del Novecento. I motori e le macchine alimentate dall’enorme quantità di energia offerta dalle fonti fossili erano in grado di liberare l’umanità dalla schiavitù della fatica fisica: invece hanno perpetuato e addirittura aggravato la schiavitù in altre forme. I primi cervelli elettronici degli Anni Sessanta grandi come una stanza e poi i personal computer, le telecomunicazioni, i software super efficienti, eccetera promettevano di migliorare la qualità della vita cancellando i compiti manuali ripetitivi ed alienanti: però hanno dispiegato come gravissimo effetto collaterale l’inizio dell’eliminazione del lavoro dalla produzione di beni e di servizi, con conseguenze molto pesanti per la società. Dopo la rivoluzione informatica, la collettività per molti versi sta peggio di prima, di certo non meglio di quanto sarebbe potuto avvenire.
L’era dei robot non é esorcizzabile né evitabile. La robotica segnerà prevedibilmente il definitivo e pressoché completo tramonto del lavoro. Già adesso i robot possono svolgere compiti finora tipici di medici, giornalisti, albergatori, avvocati. Vivere senza lavorare: una liberazione, un sogno, un’utopia. Ma cosa ne sarà della nostra capacità di procurarci un reddito, che fine faranno i sistemi sociali e previdenziali alimentati dai nostri redditi attraverso la tassazione?
Ecco il punto sul quale stiamo cercando di intervenire. La relatrice del report, con il quale il Parlamento Europeo si accinge a chiedere un quadro legislativo UE per la robotica, ha adottato un approccio basato sul diritto civile. Si focalizza quindi su concetti quali la definizione di intelligenza artificiale, i sistemi di registrazione dei robot, il copyright di opere create dal “pensiero” di un robot “intelligente”, la necessità di un’assicurazione per rifondere i danni che i robot potrebbero eventualmente procurare agli esseri umani. Noi stiamo cercando di inserire anche altri temi fra quelli di cui é indispensabile occuparsi.
I nostri emendamenti in commissione ITRE riguardano la disoccupazione tecnologica, la necessità di invertire la delocalizzazione e di separare il reddito dal lavoro garantendo il benessere ad ogni cittadino. In commissione EMPL affrontiamo, anche nel caso della diffusione della robotica, il tema della tassazione e del reddito di cittadinanza. Seguiremo il dossier in tutte le altre commissioni che saranno chiamate a esprimersi. Oggi stesso con Daniela Aiuto emenderemo in TRAN (commissione trasporti).
Infatti bisogna sviluppare un nuovo modello di società meno condizionata dai tempi del lavoro e sfruttare l’avvento dell’era della robotica per liberare risorse umane e finanziarie da rivolgere al miglioramento personale e alla partecipazione intellettuale, creativa e sociale alla vita comune. Bisogna anche modificare i meccanismi europei di distribuzione e solidarietà affinché vengano mantenuti e anzi migliorati gli attuali standard di protezione sociale per ogni momento della vita e per qualsiasi status occupazionale. Senza dimenticare la necessità di un’alfabetizzazione digitale di massa per mettere in grado i cittadini di padroneggiare – e non subire – l’era della robotica.
Foto (remixed by Dario T)
- Commissione ITRE emendamenti M5S 2,3,6,11,13,15,21,28,37,43,56,59 e 69
- Commissione EMPL emendamenti M5S 12,35, 63 (reddito di cittadinanza) e 87