

BRUXELLES 19 Novembre dalle 17 in streaming “Non fossilizziamoci! Verso un nuovo modello energetico”
streaming “Non fossilizziamoci! Verso un nuovo modello energetico”




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Oggi il Parlamento Europeo ha detto sì all’accordo di associazione fra l’UE e la Moldavia (o Moldova), raggiunto nel giugno scorso. E’ un trattato di libero scambio che apre il mercato dell’Unione Europea ai prodotti moldavi. E’ l’anticamera dell’ingresso della Moldavia nell’Unione Europea, dal momento che fornisce “la base per una stretta associazione politica ed un’integrazione economica con l’UE”.


Ugo Bardi, docente di Chimica all’Università di Firenze e fondatore di ASPO Italia (l’associazione italiana per lo studio del picco del petrolio), ha partecipato su mio invito in veste di relatore ad una conferenza sulla sicurezza energetica dell’Unione Europea che si é svolta la settimana scorsa qui al Parlamento Europeo.


Juncker deve dimettersi. E’ immorale ed inaccettabile che il Lussemburgo, mentre egli era premier o ministro delle Finanze, abbia stretto accordi segreti con centinaia e centinaia di multinazionali fra cui Amazon, Ikea, Deutsche Bank, Procter & Gamble, Pepsi.


Gli operai sono arrivati in Place du Luxembourg con megafoni, fischietti e bandiere martedì mattina: mentre i parlamentari legati al grande inciucio che governa l’UE promettevano di incontrare una loro delegazione nel pomeriggio


La documentazione prodotta dalla Commissione Europea sulla crisi del gas mette ben ben in chiaro un concetto: se la Russia chiuderà i rubinetti, se e quando mancherà il gas, gli Stati membri dell’UE potranno ricorrere alle “misure non basate sul mercato” esclusivamente se il mercato del gas “smetterà di funzionare”.


Quest’inverno, per far fronte all’eventuale scarsità di gas legata ad un’interruzione delle forniture provenienti dalla Russia, la Commissione Europea intende affidarsi a tre strumenti principali:


Il gas russo copre tra un terzo e un quarto del fabbisogno europeo. Cosa accadrebbe se il flusso venisse a cessare? Le risposte – tutt’altro che esaurienti – sono nella comunicazione della Commissione Europea al Consiglio d’Europa e al Parlamento Europeo sulla “Resilienza di breve termine del sistema europeo del gas – Preparazione in vista di un’eventuale interruzione delle forniture dall’Est tra l’autunno e l’inverno 2014-2015 “ (la Commissione usa il termine “resilienza” con un significato ben diverso da quello che ha in realtà).


Il “Cittadino Europeo” é uno dei premi attribuiti dal Parlamento Europeo con cadenza annuale. Va a persone o istituzioni che si sono distinte nei valori segnalati dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Fra questi figurano fra l’altro l’integrazione europea, la comprensione reciproca e – appunto – l’ambiente.


La corrida é una barbarie gratuita. Probabilmente sarebbe già morta e stramorta se non godesse di cospiscue (sebbene indirette) sovvenzioni da parte dell’Unione Europea.


Alla fine della scorsa settimana, la Commissione Europea ha tratteggiato gli scenari legati alla crisi del gas: cosa accadrebbe se quest’inverno la Russia chiudesse il rubinetto all’Europa, cosa accadrebbe se si limitasse a bloccare il gas diretto all’Europa che transita in territorio ucraino.


Siamo appena entrati in una tempesta perfetta che include una crisi climatica, energetica ed economica che nessun paese, neanche quello con il più grande esercito della storia è riuscito finora a contrastare in maniera efficace e sopratutto duratura. Perché queste tre crisi sono una novità assoluta per magnitudo e per la loro interconnessione in un pianeta ormai globalizzato.