Scandalo fiscale in Lussemburgo. Juncker dimissioni subito!

Se il nuovo presidente della Commissione Europea Junker non ha violato la legge, esistono anche le leggi non scritte, come ricorda il passo in greco antico qui a lato: si tratta delle leggi più importanti di tutte le altre.

Juncker deve dimettersi. E’ immorale ed inaccettabile che il Lussemburgo, mentre egli era premier o ministro delle Finanze, abbia stretto accordi segreti con centinaia e centinaia di multinazionali fra cui Amazon, Ikea, Deutsche Bank, Procter & Gamble, Pepsi. Come ha rivelato un’inchiesta giornalistica internazionale, esse hanno spostato in Lussemburgo enormi profitti ottenendo che la tassazione fosse insignificante: anche inferiore all’1%. Parallelamente, queste multinazionali hanno evitato di pagare le normali tasse nei Paesi in cui hanno generato i profitti, compresi quelli dell’Unione Europea: denaro che poteva evitare tagli ai servizi pubblici ed aumenti delle tasse. Tutti questi documenti sono stati pubblicati dopo l’insediamento di Juncker. Se fossero usciti prima – questione di pochi giorni – con ogni probabilità lo scandalo avrebbe stroncato la sua candidatura.

Il settimanale L’Espresso, che ha ottenuto l’esclusiva per l’Italia dei documenti venuti alla luce grazie all’inchiesta internazionale, sintetizza così il coinvolgimento del nostro Paese:

Il colosso immobiliare Hines con i capitali raccolti in Lussemburgo ha ridisegnato, tra grattacieli, giardini e nuove strade, una fetta importante del centro di Milano, tra i quartieri Isola, Garibaldi, Porta Nuova e Varesine. Hines è guidata in Italia da Manfredi Catella, a lungo finanziato da Salvatore Ligresti, poi uscito di scena causa dissesto.

Ma nelle carte analizzate insieme a banche come Intesa San Paolo, Unicredit, Marche e Sella o aziende di Stato come Finmeccanica, compaiono anche i fondi immobiliari targati Deutsche Bank, che insieme al gruppo Pirelli di Marco Tronchetti Provera si sono messi in affari con la Regione Sicilia dell’allora governatore Salvatore Cuffaro. E c’è persino un accordo fiscale concluso da Finmeccanica: anche la società a controllo statale ha scelto la strada del Granducato per ridurre l’impatto delle tasse

E’ immorale che Juncker in Lussemburgo abbia così spudoratamente favorito i più ricchi. E’ inaccettabile che ora a Bruxelles guidi una Commissione Europea concentrata sul rigore del bilancio ottenuto a spese dei più poveri.

Juncker si difende sostenendo di non aver mai violato le leggi del suo Paese. Non ha la minima importanza. Oltre alle leggi scritte, esistono le leggi non scritte: le stesse che guidarono la ribellione di Antigone, la protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle, un drammaturgo vissuto in Grecia nel V secolo avanti Cristo.

La vicenda all’interno della quale spicca la figura di Antigone é più labirintica di una telenovela, ma il succo è questo: Antigone – una donna, e le convenzioni dell’epoca volevano che fosse sempre debole e subordinata all’autorità maschile – si ribellò al re di Tebe Creonte. Ella seppellì pietosamente il corpo del fratello Polinice, che invece per volontà di Creonte doveva essere lasciato in pasto agli uccelli e ai cani. Lo fece in nome delle leggi non scritte, divine e morali, da lei ritenute superiori all’ordine di un re.

Nell’immagine in alto appare la parte più importante del passo in cui Antigone spiega al re di Tebe Creonte il motivo per cui non ha tenuto in nessun conto il divieto di dare sepoltura al fratello. La traduzione dal greco antico dice:

per me non era affatto Zeus che mi vietava queste cose, né la Giustizia che dimora con gli dei Inferi fissò tali leggi tra gli uomini, né io pensavo che i tuoi decreti avessero tanto potere che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte e immutabili degli dei. Infatti queste (leggi) non sono affatto di oggi né di ieri ma di sempre e nessuno sa da quando apparvero

La civiltà e la cultura dell’Europa sono cominciate nella Grecia antica. L’Unione Europea ha bisogno di riannodare i fili che la legano sia alla Grecia sia ai valori umani e morali. Perché sia possibile riannodare questi fili Juncker deve andarsene. Subito.

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