Bollette del gas, perché l’UE deve intervenire subito e che cosa le chiediamo

A chi sono già arrivate le bollette del gas e dell’elettricità? Visto che botta il riscaldamento?

Famiglie ed imprese, già provate da anni di crisi economica, non possono reggere prezzi del genere.

Su mia iniziativa, è appena partita una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per chiederle proposte legislative in grado di correggere la situazione. Qui c’è la traduzione in italiano.

Sollecitiamo l’istituzione di un tetto efficace al prezzo del gas in sostituzione di quello (troppo alto e di fatto inutile) che scadrà a fine mese e il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’elettricità. Quest’ultimo, infatti, in base alle regole UE, ora di fatto segue il prezzo del gas.

Oltre a tutta la delegazione del M5S, hanno firmato la lettera europarlamentari di vari schieramenti.

Una testata, il Brussels Morning, ha già parlato delle nostre richieste. Vari giornalisti hanno chiesto informazioni e probabilmente domani sulla stampa specializzata usciranno altri articoli.

All’origine del rialzo del prezzo del gas – l’ennesimo dopo l’inizio della guerra e della crisi energetica – c’è la decisione dell’Ucraina di sospendere dal primo gennaio scorso il passaggio sul suo territorio del residuo gas russo diretto via gasdotto verso l’Unione Europea, Italia compresa.

Contemporaneamente, anche a causa di temperature un po’ più rigide che negli anni scorsi, le riserve di gas negli Stati UE sono diminuite.

Il timore di scarsità, presente o futura, ha innescato la corsa al rialzo del prezzo del gas al TTF, la principale borsa europea. Più che la domanda e l’offerta del gas, ha giocato la speculazione finanziaria. Un articolo del Corriere della Sera spiega come le scommesse dei fondi speculativi sul rialzo del prezzo si sono comportate come profezie autoavverantesi.

Un altro elemento completa il disastro: il prezzo dell’energia elettrica attualmente è di fatto guidato dal prezzo del gas.

Nell’UE, infatti, il prezzo all’ingrosso di tutta l’energia elettrica è dato dal prezzo della frazione di energia elettrica prodotta dalla fonte più costosa, ma necessaria per soddisfare la domanda. Ora quella fonte è appunto il gas. Genera solo il 19% dell’energia elettrica dell’UE, ma l’energia elettrica costa nella maggior parte dei casi come se fosse quasi tutta prodotta dal gas: anche quando viene prodotta da fonti rinnovabili.

Una tempesta perfetta. Il risultato è la crescente povertà energetica. Nel 2023 (i dati più recenti) il 10,6% dei cittadini UE ha dovuto abbassare il riscaldamento e ridurre il consumo di energia al di sotto della soglia di comfort a causa delle bollette troppo alte. Facile pensare che in seguito il numero sia ancora aumentato. Ormai è un’emergenza gravissima.

Di qui le nostre richieste esposte nella lettera indirizzata – oltre che alla presidente VonDerLeyen – alla vicepresidente Ribera (Transizione pulita) e al commissario al Clima Jørgensen.

Si tratta appunto di separare il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica e di istituire un tetto efficace al prezzo del gas. Ancora per qualche giorno è teoricamente in vigore un tetto di 180 euro al MWh: un tetto talmente alto che è entrato in funzione solo molto di rado. In questo momento, infatti, nonostante le bollette insopportabili, il gas costa “solo” 48 euro circa al mWh.

 L’UE ha istituito il tetto di 180 euro nel 2022, in seguito allo scoppio della guerra che ha portato con sé la crisi energetica. Tale limite scadrà il 31 gennaio. La lettera sollecita la Commissione europea a proporne molto rapidamente un altro  in grado di proteggere l’economia ed i cittadini dalla speculazione.

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