Bellicismo e riarmo europeo. L’UE come la Repubblica di Salò

Riarmo europeo, l’UE di queste settimane ricorda la Repubblica di Salò. Le accomunano l’irrilevanza politica e militare unita all’ostentazione del bellicismo. E anche, se si va avanti così, la prospettiva di un’ingloriosa fine.

Eppure ora l’Unione europea, se lo volesse, potrebbe cogliere un’occasione epocale. Visto che gli Stati Uniti di Trump trattano con la Russia senza consultarla e dicono di voler abbandonare la difesa dell’Europa, si apre per l’Europa stessa la strada attraverso la quale potrebbe cercare un nuovo assetto di autonomia strategica in questo mutato assetto dei blocchi geopolitici.

La prospettiva possibile? Perseguire la sovranità attraverso la produzione di energia rinnovabile (l’unica soluzione per un continente povero di sufficienti risorse naturali locali) ed essere in buoni rapporti politici e commerciali con tutti.

Invece l’Unione europea di von der Leyen, Kallas e Kubilius prende quest’occasione d’oro a vigorose pedate. Preferisce porgere l’altra guancia agli USA che la schiaffeggiano.

L’UE prospetta di effettuare grandi acquisti di armi presso produttori statunitensi: sono inseriti nell’abbandono del Green Deal e delle prospettive ecologiche a favore di enormi e crescenti spese militari. Esse vanno a scapito di scuola, sanità, pensioni, rilancio della declinante economia e a favore di una economia di guerra che come è noto arricchisce le élites e impoverisce i cittadini. Fanno la gioia dei mercanti di morte e di chi scommette in borsa sulle loro fortune. Come se non bastasse, l’UE ventila la possibilità di comprare più gas liquefatto statunitense (costosissimo e con un impatto climatico peggiore del carbone) nella speranza che questo induca gli USA a non imporre tariffe commerciali.

Si sta arrivando a pensare perfino di spendere soldi europei per le infrastrutture statunitensi di liquefazione del gas poste sull’altro lato dell’Atlantico.

Su un unico punto questa UE bellicista sembra ribellarsi agli Stati Uniti. Accade quando gli USA parlano di pace in Ucraina, di rapporti civili con la Russia e di ritiro delle sanzioni.

Al contrario l’UE non solo ha appena varato un’altra ondata di sanzioni contro la Russia, ma vuole stanziare ancora ingentissime cifre miliardarie per armare l’Ucraina. Sono soldi nostri: soldi sottratti alla società civile. La presidente della Commissione europea ha annunciato che chiederà lo scorporo delle spese militari dal patto di stabilità: ma di allentare l’austerity per far funzionare meglio scuole e ospedali non si è mai parlato e non si parla neanche ora.

Soprattutto, l’UE corteggia ancora l’ingresso dell’Ucraina nella NATO: proprio l’intenzione di scongiurarlo ha indotto la Russia ad iniziare la guerra. Ciancia di mandare in Ucraina soldati “in missione di pace”: lo fa soprattutto Macron insieme alla Gran Bretagna. Ma che razza di peacekeepers possono essere, quelli inviati da chi si arma per la guerra? Ribadisce di considerare la Russia “una minaccia esistenziale”.

Ma cosa volete che se ne faccia, la Russia, di un continente privo di risorse naturali e con un’economia a pezzi?

Comportandosi così, l’attuale classe dirigente europea dimostra solo una gran voglia sciocca di menare le mani. Una riedizione, mutatis mutandis, della Repubblica di Salò: politicamente ed economicamente irrilevante, ma molto pericolosa.

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