Fermatevi, sciocchi. Fermatevi prima che sia troppo tardi. La maggioranza del Parlamento europeo ha approvato ieri, giovedì 28 novembre, una risoluzione sull’Ucraina che invita ad un’ulteriore escalation.
Di fatto, la risoluzione rappresenta una dichiarazione di guerra alla Russia, soprattutto (ma non solo) nel passaggio che esorta ad offrire all’Ucraina i servizi della nascente costellazione UE di satelliti Iris2.
Quest’ultima è utile per scopi civili (fornire una connessione ad internet simile a quella dello Starlink di Musk) ma “integra esigenze militari”, come pudicamente recita la scheda informativa ufficiale.
Se l’Ucraina userà Iris2, il vocabolo “cobelligerante” potrà diventare il più adatto a descrivere la situazione dell’Unione europea. La Russia presumibilmente reagirà. E i cittadini europei si troveranno a morire per una guerra che non è né loro, né nel loro interesse.
Noi del M5S abbiamo detto no a questa pericolosa risoluzione, approvata con 390 voti a favore, 135 contrari e 52 astensioni. In fondo al post, come hanno votato gli europarlamentari italiani presenti in aula.
La risoluzione di giovedì fa il paio con quella approvata dal Parlamento europeo in luglio, che invitava gli Stati UE a permettere di bombardare la Russia con missili occidentali. Anche se non è vincolante, difficilmente costituirà un mero esercizio retorico. Facile immaginare che la nuova Commissione europea, nata col giubbotto antiproiettile e con l’elmetto, se ne farà scudo per trascinarci ulteriormente nella spirale bellica.
Attraverso la risoluzione, la maggioranza del Parlamento europeo esorta ad offrire all’Ucraina ulteriori aiuti militari, compresi aerei e missili Patriot e Samp-T.
Fa propria una vecchia idea del PPE, la famiglia politica europea alla quale appartiene von der Leyern: spendere lo 0,25% del PIL per dare armi all’Ucraina. Per l’Italia, sarebbero 450 miliardi tolti (di nuovo) a pensioni, scuole, sanità.
Non basta. La risoluzione invoca l’estensione delle sanzioni contro la Russia, per comprendervi fra l’altro i concimi senza i quali – nell’attuale modello agroindustriale – non si hanno raccolti degni di questo nome e che l’UE importa per il 30% proprio dalla Russia.
Far a meno dei concimi russi significherebbe mettere in crisi l’agricoltura, ma la risoluzione non considera questo aspetto. Lo archivia evidentemente alla voce “quisquilie e pinzillacchere”, come avrebbe detto Totò. Così pure il gas russo: la risoluzione chiede lo stop totale delle importazioni, anche se – fra gasdotti e gas liquefatto – esso rappresenta quasi un quarto di tutto quello che ora entra nell’UE.
Senza gas russo si verificherebbe di nuovo una crisi dell’energia, con altri rincari che colpirebbero famiglie ed imprese da più di due anni alle prese con bollette già insopportabilmente costose. Ma la risoluzione non ci bada.
Da segnalare il passo che condanna il cancelliere tedesco Scholz per aver telefonato a Putin, alla ricerca di uno spiraglio di dialogo. Da segnalare anche la bocciatura di tutti gli emendamenti – compresi quelli nostri e dell’intera The Left – che chiedevano di fermare l’escalation e di perseguire piuttosto le trattative e la pace.
I nomi degli eurodeputati a favore, contrari e astenuti sono consultabili online, alle pagine 79 ed 80 dei verbali della seduta. Qui c’è una versione breve, con il solo voto relativo alla risoluzione sull’Ucraina. Ed ecco come hanno votato gli italiani.
A FAVORE – Fratelli d’Italia: Crosetto, Fidanza, Fiocchi, Gemma, Magoni, Mantovani, Nesci, Picaro, Polato, Procaccini, Razza, Sberna, Squarta, Torselli, Ventola, Vivaldini. Forza Italia: Chinnici, De Meo, Falcone, Princi, Salini. Sudtiroler Volkspartei: Dorfmann. PD: Annunziata, Benifei, Bonaccini, Corrado, Decaro, Gori, Laureti, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Ricci, Ruotolo, Tinagli, Topo, Zan, Zingaretti.
CONTRARI – M5S: Antoci, Della Valle, Furore, Morace, Palmisano, Pedullà, Tamburrano, Tridico. Alleanza Verdi e sinistra: Salis. Lega: Ceccardi, Sardone, Stancanelli, Vannacci. Indipendenti: Orlando, Marino. Europa verde – Verdi: Scuderi
ASTENUTI – Fratelli d’Italia: Berlato. PD: Strada, Tarquinio.
Come è evidenziato nelle ultime righe del verbale, tre eurodeputati italiani hanno corretto il loro voto. In un primo momento Marino aveva votato a favore; Orlando e Scuderi si erano astenuti.