Sono le etichette relative all’efficienza energetica di frigoriferi, lavatrici e simili. L’indagine vuole verificare come la Commissione europea ha gestito la materia prima e dopo il regolamento del quale sono stato relatore nel 2017 e che, a mio avviso, non viene tradotto in pratica nel migliore dei modi
La Corte dei Conti UE ha deciso di esaminare il modo in cui la Commissione europea ha gestito le misure relative alle etichette che indicano l’efficienza energetica dei prodotti come lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie e di verificare l’effettivo risparmio energetico che da queste misure deriverà. L’esame si estende all’ecodesign, la legislazione UE “sorella” delle etichette sull’efficienza energetica.
La verifica condotta dalla Corte dei Conti riguarda sia il passato delle etichette (che esistono da circa vent’anni), sia il loro presente, ovvero ciò che sta succedendo in seguito al regolamento approvato nel 2017 per il quale sono stato il relatore del Parlamento Europeo.
Pochi giorni fa la Commissione europea ha pubblicato le cinque etichette che costituiscono la prima “traduzione” pratica del regolamento 2017: non ha colto le occasioni presenti nel regolamento stesso per rendere incisivo ed effettivo il risparmio di energia.
All’inizio di questa settimana, un alto funzionario della Commissione europea ha presentato queste cinque nuove etichette nella commissione parlamentare ITRE (energia, industria), di cui faccio parte. Ha risposto alle mie dure critiche e alle mie vivaci rimostranze sulle occasioni perdute sostenendo in sostanza che bisogna rispettare le esigenze e i tempi delle industrie produttrici delle apparecchiature.
Il funzionario non ha aggiunto – ma è implicito – che se si adotta questo punto di vista l’effettivo risparmio di energia passa in secondo piano, e che insieme al risparmio di energia passano in secondo piano anche i risparmi dei cittadini sulle bollette e le esigenze del pianeta, ormai in piena crisi climatica.
Appena due giorni dopo, la Corte dei Conti UE ha reso noto che è in corso la verifica sulla gestione delle etichette da parte della Commissione europea e ha pubblicato un’anteprima, disponibile solo in inglese, che consiste in una sorta di ricognizione della materia.
La Corte dei Conti intende anche concentrarsi sulle verifiche dell’efficienza energetica dichiarata sulle etichette delle apparecchiature. Queste verifiche sono demandate alle autorità nazionali di sorveglianza del mercato.
Le mie proposte iniziali sul regolamento del 2017 sottolineavano la necessità di verificare l’efficienza energetica dichiarata dalle etichette e di migliorare nettamente i controlli. Ho proposto anche di istituire un rimborso per i cittadini in caso di etichette menzognere. Su questo ho incontrato un muro sia nel Parlamento europeo sia nel Consiglio UE, l’altro co-legislatore europeo.
Ci vorrà del tempo prima che la Corte dei Conti termini l’indagine sulle etichette e prima che gli esiti dell’indagine siano disponibili: ma non ho fretta. Il tempo, di solito, è galantuomo.