La commissione parlamentare ITRE ha votato sulle nuove etichette energetiche il 14 giugno e ha approvato all’unanimità la proposta di regolamento UE derivante dalla nostra relazione, emendata con compromessi che derivano dalla mediazione con altri gruppi politici.
Le idee innovatrici faticano a farsi strada in questo Parlamento Europeo, estremamente conservatore. Nonostante ciò nelle negoziazione con gli altri gruppi politici siamo riusciti a difendere i capisaldi della nostra proposta, che ha mantenuto saldo l’obiettivo di un maggior risparmio di energia nei paesi membri, identificando e accettando modifiche e soluzioni nell’interesse dei cittadini, senza sovraccaricare nel contempo le industrie di oneri eccessivi.
La negoziazione
Numerosi passaggi hanno preceduto l’approvazione della nostra relazione da parte della commissione parlamentare ITRE. Innanzitutto, l’esame della commissione parlamentare ENVI (ambiente), dato che l’etichetta energetica tocca anche elementi di sua competenza.
Il relatore in ENVI è stato Aldo Patriciello, eletto nelle liste di Forza Italia (nell’Europarlamento fa parte del PPE, centrodestra). Il suo progetto di parere ha ricevuto 155 emendamenti. Attraverso la discussione e il voto di tutti questi emendamenti ha preso forma il parere che la commissione ENVI ha inviato alla commissione ITRE.
Nel frattempo la commissione ITRE ha cominciato l’esame della nostra relazione: in aggiunta a quelli contenuti nel parere di ENVI, sono stati presentati oltre 500 emendamenti. Li trovate qui e qui (troppi per entrare in un unico file!); sono numerati a partire dal numero 182 perché la nostra relazione, da un punto di vista formale, è a sua volta composta da 181 emendamenti.
Il M5S è nel Parlamento Europeo un forza politica piccola composta di 17 eletti direttamente dal popolo italiano e soprattutto estranea alle grandi alleanze di potere che modellano la formazione di una maggioranza europarlamentare. Se tutti i nostri emendamenti fossero stati votati uno per uno, la nostra proposta complessiva sarebbe stata stravolta ed annacquata. Invece che sulla forza dei numeri abbiamo come sempre puntato sulla forza delle idee: discutere fino allo stremo ogni punto, ogni parola, ogni virgola con i relatori ombra per costruire un consenso maggioritario intorno a un testo complessivo.
In tutto, sono state venti ore quelle trascorse fisicamente al tavolo delle trattative con tutti i gruppi politici, più l’enorme – incalcolabile – quantità di tempo e le decine di incontri bilaterali necessari per preparare, soppesare, analizzare. Venti ore durante le quali è capitato di dover spiegare anche fino all’ultimo minuto disponibile ai colleghi europarlamentari cosa sono un database, una smart appliance, una smart grid…
Il risultato di tutto questo lavoro sono stati i cosiddetti “emendamenti di compromesso” e relativi ai punti principali della relazione. Il termine compromesso in Italia suona (giustamente) come una parolaccia, e lo è ancora di più per il M5S, ma è il termine che viene usato qui in UE come risultato dell’obbligatorio processo di colegislazione e concertazione tra più soggetti politici di 28 paesi membri. Attorno agli “emendamenti di compromesso” si sono quindi coagulati numeri in grado sia di sostenere i nostri concetti chiave, sia di migliorare ulteriormente alcuni punti.
I punti chiave su cui abbiamo costruito il consenso
Il lavoro in commissione ITRE ha consentito di strutturare meglio alcuni punti centrali della relazione: ne é uscita migliorata la struttura del database europeo di tutti prodotti coperti da etichettatura, che consentirà ai cittadini di interagire con un’etichetta digitale, parallela a quella di carta ma ricca di informazioni e funzioni aggiuntive.
I concetti “trust”, “smart”, “paperless” sono e restano il cuore della relazione finale approvata all’unanimità in commissione ITRE. A proposito di digitalizzazione delle etichette (“paperless”), in commissione sono stati concordati e approvati i criteri che guideranno sia lo sviluppo del database nella parte riservata alle autorità di sorveglianza del mercato sia l’organizzazione delle informazioni – tutte scaricabili – nella parte pubblica, riservata ai cittadini: grazie al database si potranno sviluppare applicazioni o altri software per migliorare il livello, la precisione, la quantità e la qualità delle informazioni a disposizione di chi vuole acquistare e usare un prodotto. La nuova etichetta di carta sarà quindi una sorta di porta d’accesso al database e conterrà:
- un QR code (o un metodo alternativo orientato al consumatore, come un link o simile) che permetta l’accesso immediato al database online
- una maggiore evidenza al consumo assoluto di energia
Un altro caposaldo della nostra relazione era il concetto di “trust”: costruire etichette in cui i cittadini possano avere fiducia e tali da eliminare i comportamenti furbetti che oggi la minano. La relazione prevede di:
- incrementare il coordinamento e lo scambio informazioni fra le autorità nazionali di sorveglianza del mercato, in modo che ciascuna conosca ciò di cui si stanno occupando le altre ed i risultati siano messi a conoscenza di tutti, evitando doppioni e dispersioni di forze
- diffondere chiare informazioni sull’insieme degli standard tecnici su cui sono basate le etichette
- proibire esplicitamente tutti gli espedienti per aggirare i test sulle prestazioni e sull’efficienza delle apparecchiature, compresi quelli derivanti dall’aggiornamento del software, e proibire esplicitamente i “defeat device” resi famosi dallo scandalo Volkswagen relativo alle emissioni delle auto
Per quanto riguarda le etichette “smart”, cioè tali da evitare che si produca di nuovo fra qualche anno il caos attuale, la relazione uscita dalla commissione ITRE stabilisce di:
- far sparire definitivamente tutti i “+” di fronte ai quali é facile per gli acquirenti fare confusione e indicare con chiarezza le classi di energia attraverso la scala A-G. L’ operazione é prevista in tre tappe. La maggior parte dei “+” sarà eliminata entro i primi 21 mesi (quelli relativi a frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, asciugatrici, televisori); via gli altri “+” entro cinque anni, con l’eccezione di quelli su caldaie e riscaldatori di ambiente, ai quali viene concesso un anno aggiuntivo per avviare il processo
- in futuro, far scattare un’automatica redistribuzione delle etichette quando le due classi più alte sono sovrappopolate, lasciando una classe vuota (talvolta due) in cima alla scala
- consentire l’aggiornamento dei software che regolano il funzionamento dei prodotti solo se non peggiorano la classe di efficienza energetica: oggi l’aggiornamento del software esiste quasi solo per i telefonini, ma domani con estrema probabilità si diffonderà in altri gruppi di prodotti.
La votazione in commissione
La nostra relazione, così emendata, è stata approvata all’unanimità dalla commissione ITRE il 14 giugno. Subito dopo è stato messo ai voti il cosiddetto mandato, ovvero l’incarico da parte della commissione ITRE di cominciare subito i negoziati con il Consiglio UE – l’altro co-legislatore europeo, formato dai ministri degli Stati membri – per raggiungere un accordo da sottoporre all’approvazione definitiva sia dell’assemblea plenaria dell’Europarlamento, sia dello stesso Consiglio UE. In questo caso la maggioranza dei presenti ha detto sì. Ma non è bastato.
Il regolamento della commissione ITRE impone infatti che il mandato possa essere conferito solo se i voti a favore sono almeno 34: il numero pari alla metà più uno dei componenti della commissione. Per i più vari motivi, quel giorno le assenze erano particolarmente numerose.
Nel video, l’annuncio dei risultati delle votazioni da parte del presidente, il polacco Jerzy Buzek
Il testo completo della relazione
Ecco il testo completo della nostra relazione approvato all’unanimità dalla commissione ITRE. Mentre scriviamo, i servizi del Parlamento Europeo devono ancora fornire la traduzione italiana.
Prossima tappa, l’assemblea plenaria e le smart appliances
Poiché il mandato a negoziare con il Consiglio UE non ha ottenuto la maggioranza assoluta in commissione ITRE, sia la relazione sia il mandato saranno votati dall’assemblea plenaria. L’argomento è all’ordine del giorno il 4 luglio per la discussione e di nuovo il 6 per la votazione.
Le varie forze politiche hanno la possibilità di presentare emendamenti alla relazione, che verranno anch’essi messi ai voti. Mentre scriviamo, essi non sono stati ancora ufficializzati. La relazione, eventualmente corretta dagli emendamenti approvati in plenaria, costituirà la posizione del Parlamento Europeo nei negoziati con il Consiglio dell’Unione Europea, dai quali scaturirà un nuovo testo da sottoporre all’approvazione sia dell’intero Parlamento Europeo sia del Consiglio dell’Unione Europea: sarà a questo punto concluso l’iter legislativo del regolamento relativo alle nuove etichette energetiche.
Anche noi presenteremo emendamenti da mettere al voto in plenaria. Si concentreranno sulla possibilità di aumentare ulteriormente il valore aggiunto del sistema di etichettatura, il suo tenore informativo e la sua capacità di indurre risparmi energetici e, in particolare, su un punto che era presente nella versione iniziale della nostra relazione, ma che non è stato approvato dalla commissione ITRE.
Si tratta di concedere ai fabbricanti la possibilità di inserire sull’etichetta un simbolino che indichi la capacità dell’elettrodomestico di essere “smart”, e quindi di connettersi ad altri elettrodomestici o al contatore di casa per cominciare a funzionare nel momento in cui l’energia è più abbondante e/o meno costosa.
Approfondimento sintetico sulle Smart Appliances
Che cosa sono
Le smart appliances sono apparecchi che hanno la capacità di:
- entrare in funzione o spegnersi in rapporto ai segnali di prezzo del mercato elettrico e di congestione della rete
- scambiare informazioni con i gestori della rete elettrica comunicando i pattern di consumo scelti dall’utente
Quali vantaggi offrono
- Stabilizzazione e miglioramento complessivo dell’efficienza del sistema elettrico
- Bilanciamento della rete elettrica: l’energia immessa in rete deve essere sempre in equilibrio con quella prelevata. L’apporto delle rinnovabili alla rete elettrica è per natura discontinuo: le apparecchiature “smart” favoriscono le energie rinnovabili poiché prelevano energia elettrica dalla rete solo quando essa è più abbondante.
- Migliore sfruttamento delle potenzialità delle Smart Grid
- Risparmio per gli utenti che possono approfittare delle presenti e future tariffe flessibili
Perchè si vuole che vengano considerate in questo dossier specifico
L’etichettatura energetica si è finora prevalentemente occupata di rendere comprensibili e desiderabili da parte degli acquirenti i vantaggi di un maggior grado di efficienza energetica quantitativa degli apparecchi.
Il nuovo disegno del mercato elettrico, le Smart Grid e la crescente importanza delle rinnovabili come fonte di approvvigionamento energetico, rendono possibile e necessaria un efficientamento energetico di tipo sistemico e qualitativo che prenda in considerazione non solo il “quanta energia” viene consumata, ma anche “il dove e il quando” ciò avviene.
Le Smart Appliances rendono ciò possibile e sono già oggi tecnicamente realizzabili da parte del settore industriale europeo grazie ai progressi dell’Information Technology e a protocolli di comunicazione e standard già esistenti.
Si ritiene pertanto che il nuovo regolamento UE sull’Energy Labelling sia il quadro di normativo elettivo perché nella nascente etichetta 2.0 vengano indicate le capacità di consumo energetico intelligente permesse dalle Smart Appliances.
Per saperne di più questo è il sito dello studio preparatorio della Commissione Europea sulle Smart Appliances e qui trovate notizie sul SAREF che è lo standard europeo già approvato dalla stessa Commissione Europea.