Senza neanche discutere e votare, il Parlamento europeo ha bocciato la nascita di un intergruppo sulla pace. Io avevo già firmato l’adesione. Non se ne farà niente.
Non ci sarà dunque spazio per noi eletti di buona volontà contrari alle guerre, a cominciare da quella in Ucraina nella quale la maggioranza del Parlamento europeo vorrebbe trascinarci. Ci è stato negato un luogo di discussione nel quale cercare alternative al riarmo europeo che risucchia soldi a scuole, sanità, pensioni e che costituisce la priorità di questa Commissione europea nata con giubbotto antiproiettile ed elmetto.
In questi giorni il Parlamento europeo ha istituito 28 intergruppi. Funzioneranno fino al termine della legislatura. Si occuperanno di temi importantissimi per la società civile, dai diritti dei minori alla lotta contro le malattie rare e contro la povertà. E si occuperanno anche di argomenti che (sia detto con rispetto) sono un po’ meno importanti, come i vini e i prodotti alimentari.
Gli intergruppi non sono organi ufficiali, ma costituiscono un’occasione per scambiare opinioni e promuovere interesse pubblico e iniziative. Abbiamo sperato invano che, in questo clima sempre più cupo e bellico, fosse così anche per la pace.
L’intergruppo pace aveva raccolto adesioni trasversali in varie famiglie politiche europee. Desideravamo entrare a farne parte noi del M5S, che apparteniamo al gruppo politico europeo The Left; Leoluca Orlando, indipendente dei Verdi; Michael McNamara, anch’egli indipendente fra i liberali di Renew; e Marco Tarquinio, eletto nelle liste del PD italiano che a Strasburgo siede fra gli S&D, il gruppo del cosiddetto centrosinistra in cui si riconosce il PD stesso.
Ma questo non era ancora sufficiente. Per creare un intergruppo è necessario l’appoggio di almeno tre gruppi politici europei. Solo il nostro The Left lo ha dato. Verdi, Renew e S&D hanno negato l’appoggio.
Questi tre gruppi politici hanno così impedito, di fatto, la nascita dell’intergruppo pace senza passare attraverso discussioni e votazioni. Hanno brutalmente scaricato i loro eurodeputati che desideravano dare risalto a questo argomento.
Così in questa UE sempre più simile ad una cupa cappa di piombo le luci della ribalta saranno tutte e solo per personaggi come Marcus Kubilius, il commissario alla Difesa (la carica esiste ora per la prima volta) che somiglia ad un dottor Stranamore. Oppure come Kaja Kallas, commissaria agli Esteri che non esclude l’invio di soldati europei in Ucraina ma che non prende neanche in considerazione la possibilità di inviarli come peacekeepers.
Dunque, se partono per l’Ucraina, vanno là per sparare. Attenzione, perché credo proprio che vogliano portarci a questo.




