Cosa sa della manifattura additiva, meglio conosciuta come stampa 3D, Ekaterina Zaharieva, la commissaria entrante a startup, ricerca ed innovazione? Riuscirà ad eliminare gli ostacoli normativi che ora ne frenano lo sviluppo?
Ho sondato il terreno ieri, martedì 5 novembre, durante l’audizione della stessa Zaharieva davanti alla commissione parlamentare ITRE. Il risultato non mi è parso – diciamo – completamente soddisfacente, sebbene ella abbia dimostrato di avere approfondito la questione dopo le mie sollecitazioni in un precedente incontro avuto a Strasburgo il mese scorso.
L’audizione in commissione è una fase cruciale della nomina dei nuovi commissari europei, che per entrare in carica devono ottenere la fiducia della commissione parlamentare di riferimento e successivamente dell’intero Parlamento europeo. Durante l’audizione c’è la possibilità di porre domande: e io ho sollevato appunto la questione della stampa 3D.
Si tratta di una tecnologia ormai matura, economica, non particolarmente condizionata da forniture extra UE.
Tuttavia, pur essendo vantaggiosa, nell’UE la stampa 3D deve pedalare in salita: le norme tecniche rendono difficile immettere i prodotti sul mercato.
I materiali di input non sono in moti casi inoltre soggetti ad alcuna sorveglianza ed etichettatura che ne certifichino i requisiti dichiarati dalle case.
Su queste due questioni, etichettatura dei materiali di input e certificabilità dei prodotti finiti, vertevano appunto le mie domande.
Cosa intende quindi fare la commissaria a startup, ricerca ed innovazione per aggiornare la normativa e permettere lo sviluppo della stampa 3D?
Zaharieva ha risposto soprattutto in riferimento ai dispositivi medici stampati in 3D, assicurando la prossima revisione della normativa che li riguarda.
In realtà – aggiungo – il Parlamento europeo a fine ottobre ha approvato una mozione che chiede alla Commissione europea di rivedere urgentemente il quadro normativo dei dispositivi medici. Di tutti i dispositivi medici: siano essi stampati in 3D o meno.
E il resto? Gli altri manufatti stampati in 3D? Zaharieva ha risposto che non mancherà di interessarsene senza tuttavia dare dettagli maggiori.
La sua candidatura a commissaria UE ha ricevuto il semaforo verde dalla maggioranza della commissione ITRE.
Noi di The Left abbiamo votato contro, non certo per la stampa 3D, ma per la valutazione complessiva del suo profilo e in particolare per quanto riguarda gli aspetti sociali della ricerca e innovazione, che ci sono apparsi troppo deficitari.