Nelle intenzioni di Ursula von der Leyen, per i prossimi cinque anni è confermato come commissario al Clima l’uscente falco in carriera, l’olandese Wopke Hoekstra: un austero fustigatore dei Paesi che, come l’Italia, hanno un alto debito pubblico e faticano a ripagarlo.
Quando l’economia italiana era in ginocchio, ai tempi del Covid e dei lockdown, Hoekstra cercava di somministrare varie frustate aggiuntive.
Hoekstra è entrato nella Commissione europea nel settembre 2023, in sostituzione di un altro olandese, Frans Timmermans, che si era candidato alle elezioni politiche. Non si è fatto notare in quel ruolo. Ma si è fatto notare, e molto, ai tempi della prima ondata Covid.
Hoekstra era allora ministro delle Finanze nel governo olandese. Nei summit UE si è opposto in ogni modo agli aiuti per i Paesi allora maggiormente in difficoltà, fra i quali l’Italia, e anzi ha chiesto alla Commissione europea di indagare sui motivi per i quali Italia e Spagna non avevano soldi per gestire l’impatto economico dell’epidemia.
La maggior parte dei compiti che von der Leyen attribuisce ora ad Hoekstra attraverso la lettera di missione non riguarda il clima e il contenimento delle emissioni, ma piuttosto l’industria, gli incentivi all’industria e perfino la finanza e la tassazione.
È veramente difficile pensare che una persona con il passato di Hoekstra riesca ad orchestrare una transizione ecologica giusta e socialmente accettabile.
Anche lui, come tutti i commissari entranti, dovrà essere confermato nel ruolo dal Parlamento europeo. L’audizione coinvolgerà la commissione ITRE (industria) della quale faccio parte.
Faremo tutto il possibile affinché al posto di Hoekstra diventi commissario qualcuno che abbia a cuore gli interessi de cittadini: e non il rigore.