Non so il tedesco: ma Google sì. In cima a questa pagina compare la traduzione automatica del titolo apparso ieri sulla testata che ha fama di essere la più diffusa d’Europa. L’articolo, che è a pagamento, ha girato pochissimo in Italia: come quando ai bambini non fanno vedere la supposta. Ci sono comunque alcune riprese in altre lingue: anche in inglese e in italiano.
L’articolo dice quanto segue: Estonia, Gran Bretagna, Polonia, Lituania e Francia sono pronte ad intervenire mandando in Ucraina istruttori (n.d.r. anche l’intervento americano in Vietnam cominciò con istruttori), oppure consegnando i rifornimenti bellici al fronte anziché al confine, o ancora tramite metodi non meglio specificati che riguardano la difesa aerea.
Fin qui Bild. In ogni caso, si tratterebbe dell’ingresso in Ucraina di truppe occidentali. Anzi: di truppe di Paesi Nato. Stanno discutendo, non c’è (ancora) accordo, scrive Bild; vari Paesi sono contrari.
Parliamoci chiaro, dico io: niente e nessuno può impedire ai “volonterosi” di farsi avanti. Cosa accadrà quando il primo degli istruttori dei “volonterosi” impatterà contro un proiettile russo?
Recita l’articolo 5 della Nato: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti”.
Non si dice che l’attacco meritevole di risposta collettiva debba avvenire necessariamente sul territorio nazionale di uno Stato membro dell’alleanza. D’altro canto, l’articolo 5 non contempla esplicitamente nemmeno una situazione come quella che si verrebbe a creare in Ucraina.
Siamo su un piano inclinato oliato per la supposta nascosta ai bambini. E bella grossa, anche.