Mette paura lo spot elettorale di Ursula von der Leyen su Twitter. Anzi: bisognerebbe dire di Ursula von der Luger, come la famosa pistola dei tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Paura, perché tratteggia apertamente per l’UE un futuro bellico.
Nell’immagine qui sotto, alcuni fotogrammi dello spot. Le scritte dicono, in traduzione: “Votate per un’Europa forte che osa agire”; “Mettere il turbo alla nostra capacità industriale di difesa nei prossimi cinque anni”; “Lanciare progetti UE di difesa comune”; “Aumentare la preparazione”.
Dalla “piddinitas” bellicista che ruota attorno alla mal-capitata Schlein alla fratellanza meloniana, fra le varie sfumature dei cosiddetti centrosinistra e centrodestra non risulta che nessuno si indigni e prenda le distanze. Ne rimarrà solo uno, di soggetto politico italiano a farlo: sia ora sia dopo le elezioni europee.
Lo stesso vale (probabilmente) per i rispettivi raggruppamenti politici al Parlamento europeo di Bruxelles; e questo fa paura ancora più dello spot.
Lo spot è il chiaro segno di dove vogliono portarci, con o senza Ursula di nuovo alla guida della Commissione europea. È la supposta che preparano, ma che non fanno vedere, temendo che dalle urne dell’8 e 9 giugno scaturisca un meritato calcione (per essere educati, anche se lo sono malvolentieri)
Lo spot elettorale del demone della guerra VDL è costellato di bombe, jet militari, truppe da sbarco ed esplosioni: ci hanno per ora risparmiato il trailer di qualche funghetto atomico avvelenato sparso sulla cartina geografica.
Ella, abbandonato il completino giallo e azzurrino, vi compare in giubbotto antiproiettile. Promette il riarmo europeo, il potenziamento dell’industria bellica e la censura per chi si opporrà: non si vede in cosa altro possa consistere l’impegno a contrastare la disinformazione, dato che la stessa VDL è fonte di fake news. Proveranno a censurarci, siatene più che certi. E getteranno fango ogni giorno su chiunque avrà l’ardire di pronunciare parole contrarie.
Ricordate ad esempio quando, vestita di giallo e azzurrino come un’hostess Ryanair o come una commessa Ikea (con il pieno e ovvio rispetto per hostess e commesse!), dichiarò che l’esercito russo era costretto a rubare le lavatrici per procurarsi i chip e che l’industria russa era a brandelli?
Devono averne rubate veramente tante, di lavatrici, dato che secondo il Fondo monetario internazionale quest’anno l’economia russa crescerà più velocemente di tutte le altre economie avanzate, compresa quella statunitense.
Fra burro e cannoni, meglio il burro. E la Luger – bisogna ricordarsene – spara per uccidere.