Il Green Deal, un caduto di guerra. Mio articolo sul blog di Beppe Grillo

Non si tratta di perdere la guerra. Si tratta di non perdere la pace. Queste  parole aprono le mie considerazioni sul Green Deal dell’UE pubblicate sul blog di Beppe Grillo. Ho spiegato come il Green Deal è diventato un caduto di guerra: ma all’inizio sembrava promettente.

Infatti, quando ho letto per la prima volta – era il dicembre 2019 – la comunicazione di Ursula von der Leyen che lo introduceva, sono rimasto sorpreso dai suoi obiettivi di alto profilo. Non che fosse perfetto, ma conteneva l’annuncio che l’UE voleva impegnarsi per transizione ecologica, uso efficiente delle risorse, energia pulita, neutralità climatica al 2050.

Però con lo scoppio della guerra in Ucraina tutto è  cambiato. Il Green Deal ha deviato in modo significativo. Nelle proposte legislative hanno preso piede temi come il nucleare e l’aerospazio, legati alla difesa e al riarmo. La decarbonizzazione è stata sostituita da autonomia energetica e neutralità tecnologica per favorire un riassetto economico e geopolitico UE che si maschera come difensivo ma che si rivela ostile. La resilienza climatica si è trasformata in resilienza militare e la ripresa economica in un aumento della produzione e dell’acquisto di armamenti.

Invece di investire in sostenibilità, l’UE si orienta verso il riarmo e la costruzione di nuove centrali nucleari, allontanandosi dagli ideali del Green Deal e aggravando il rischio di conflitti, potenzialmente nucleari, che distruggerebbero risorse umane e ambientali.

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