Ma certo! Aderisco all’appello contro i “nuovi OGM” proposto ai candidati per le elezioni europee dalla coalizione “Italia libera da OGM”, che comprende associazioni ambientaliste, del biologico e consumatori.
Peraltro, rimango contrario anche ai “vecchi OGM”: ma questi “nuovi” sono subdoli. Si tratta sempre organismi geneticamente modificati per ottenere caratteristiche di interesse commerciale, utilizzando però le cosiddette biotecnologie di nuova generazione.
La Corte di Giustizia UE equipara i “nuovi OGM” ai “vecchi OGM”, ma nell’UE si parla ugualmente di deregulation. E’ infatti in discussione un regolamento che, se approvato, renderebbe la vita (commerciale) molto più facile ai “nuovi OGM” e non fornirebbe nemmeno la garanzia di poter separare le filiere biologiche (!) da quelle OGM.
Al momento, il regolamento è passato al Parlamento europeo ma il Consiglio UE non ha ancora espresso la propria posizione – sembra che esistano incolmabili divergenze – e dunque non è ancora iniziato il trilogo, la trattativa a porte chiuse che confeziona la legislazione UE.
Gli impegni che ho assunto sottoscrivendo l’appello contro i “nuovi OGM” sono numerosi. Comprendono fra l’altro la difesa del principio di precauzione e del diritto di ogni Stato UE a proibire o limitare la coltivazione di OGM sul territorio nazionale. Comprendono inoltre la tracciabilità e l’etichettatura dei “nuovi OGM”, e la tutela di agricoltura convenzionale ed agricoltura biologica dalla contaminazione.