Secondo i dati trasmessi dall’Italia a Bruxelles, le emissioni sarebbero diminuite dal 2015 in concomitanza con l’installazione di alcuni filtri AMIS che ci risultano ultimati solo due anni più tardi. Nostra interrogazione alla Commissione Europea
AGGIORNAMENTO – In fondo alla pagina la risposta della Commissione: verifica dei dati rimandata al 2019
Com’è possibile? Abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione Europea sulle emissioni di mercurio provenienti dalle centrali geotermiche (sono 35, tutte in Toscana) che l’Italia ha dichiarato alla UE: si sarebbe verificato un netto calo a partire dal 2015, in concomitanza con l’entrata in funzione di alcuni filtri AMIS per il mercurio e l’idrogeno solforato che però ci risultano ultimati solo due anni più tardi.
L’Italia ha adempiuto per la prima volta nel maggio scorso all’obbligo di comunicare all’UE le emissioni di mercurio in atmosfera delle centrali geotermiche: 2,05 tonnellate nel 2014; 0,98 tonnellate nel 2015; 0,39 tonnellate nel 2016. Le tabelle con questi e molti altri dati si scaricano qui. Sono le prime informazioni ufficiali dopo quelle relative al 2007: allora le emissioni di mercurio in atmosfera furono pari a 1,5 tonnellate.
Gli inventari delle emissioni, come regola generale, non misurano la quantità esatta delle sostanze entrate nell’atmosfera: impossibile, dato l’enorme numero delle sorgenti di emissioni. Vengono compilati da specialisti in base ai fattori di emissione: semplificando enormemente, in base alle caratteristiche delle fonti delle le emissioni. Ovviamente servono caratteristiche accurate per arrivare a stime affidabili.
L’ARPAT (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Toscana) controlla le emissioni delle centrali geotermiche toscane e rappresenta il punto di riferimento regionale per la compilazione degli inventari nazionali delle emissioni inviati a Bruxelles. Questi inventari comprendono anche le emissioni di mercurio provenienti dalla geotermia. Nella relazione sui monitoraggi 2015 delle centrali geotermiche, l’ARPAT inserisce fra gli eventi che hanno caratterizzato l’anno (pag. 3 del rapporto)
installazione degli AMIS (Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato) in tutte le centrali geotermoelettriche che ne erano ancora prive, situate nella zona tradizionale [quella di Larderello, ndr], che ha determinato una sensibile diminuzione delle emissioni di acido solfidrico e mercurio
In precedenza, l’ultimo AMIS fu installato sei anni fa alla centrale geotermica Le Prata, come si ricava dalla relazione ARPAT relativa al 2012 (pag. 19). La relazione 2015 specifica anche che l’installazione dei filtri AMIS ha riguardato in quell’anno sei centrali geotermiche: Selva 1, Monteverdi 1, Monteverdi 2, Cornia 2, Carboli 1, Carboli 2. Nella relazione sui monitoraggi 2016, l’ARPAT ribadisce (pag. 5) la presenza dei filtri AMIS in tutte le centrali. Dalle due relazioni si ricava che nessuno di questi sei impianti è stato controllato dall’ARPAT (almeno per quanto riguarda le emissioni) durante il 2015 ed il 2016.
Tuttavia la Regione Toscana ha concesso solo nel 2018 l’autorizzazione al funzionamento degli AMIS di Selva 1, Monteverdi 1, Monteverdi 2 e Cornia 2. Vi si legge (clic su “Testo atto”) che la fine dei lavori per realizzare i filtri è stata comunicata alla Regione nel maggio 2017. Non abbiamo trovato le autorizzazioni al funzionamento degli AMIS di Carboli 1 e Carboli 2.
Come potevano i filtri ultimati nel 2017 abbattere le emissioni già nel 2015? Attraverso l’interrogazione, lo abbiamo domandato alla Commissione Europea – la destinataria dei dati sul mercurio – chiedendole anche se intende approfondire la questione con l’Italia.
AGGIORNAMENTO – La Commissione ha risposto affermando che nel 2019 avverrà il “riesame approfondito” degli inventari nazionali delle emissioni dei metalli pesanti, mercurio compreso, nonché “della trasparenza, della coerenza, della comparabilità, della completezza e dell’accuratezza dei dati”: per ora è stato soltanto “avviato il primo riesame”. In precedenza, la risposta ad una nostra interrogazione sul medesimo tema aveva annunciato per il 2018 il riesame degli inventari nazionali dei metalli pesanti, mercurio compreso.