Geotermia flash in Toscana, quanto mercurio emettono le centrali?

L’Italia non lo inserisce nell’inventario che manda all’UE. I dati certi più recenti risalgono al 2007: 1,5 tonnellate. Interrogazione alla Commissione Europea

AGGIORNAMENTO – Il post relativo alla replica della Commissione

Geotermia flash inquinante in Toscana, ora tocca al mercurio. Nei mesi scorsi ci siamo occupati soprattutto (ma non solo) delle emissioni di gas serra delle centrali dell’Amiata (foto) in vista della dei nostri emendamenti alla nuova direttiva rinnovabili. La settimana scorsa abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione Europea – ecco il testo –  segnalando che l’Italia non inserisce l’enorme quantità di mercurio proveniente dalle centrali geotermiche negli inventari delle emissioni inquinanti che é tenuta a presentare all’UE. L’interrogazione è cofirmata dalla collega Isabella Adinolfi. Non esistono dati aggiornati sulla quantità di mercurio emesso ogni anno dalle centrali. Una cosa però é certa: l’unità di misura appropriata é la tonnellata. Anzi, le tonnellate.

Il mercurio é fortemente tossico per uomini ed animali: infatti, ad esempio, quando si rompeva in casa un termometro di vecchio tipo, contenente appena due grammi di mercurio, era necessario gestire con accortezza la situazione.

Le alte emissioni di mercurio dovute alla geotermia – per quanto ne sappiamo – sono tipiche soltanto dell’Italia. L’impatto ambientale della geotermia infatti dipende dalla tecnologia utilizzata (le centrali toscane, di tipo flash, permettono ai fluidi prelevati dal sottosuolo di entrare in contatto con l’atmosfera) e dalla composizione dei fluidi geotermici, che varia di luogo in luogo.

La legge italiana sulle emissioni geotermiche e la direttiva europea sulle emissioni industriali non prevedono limiti per il mercurio in atmosfera. La Regione Toscana (dove si trovano per ora tutte le centrali geotermiche italiane) ha cercato di rimediare con una delibera del 2010 e il relativo allegato. Per gli impianti di nuova costruzione o di nuova ri-autorizzazione, essa indica in un grammo all’ora il “valore-obiettivo” delle emissioni di mercurio. Significa che in un indeterminato ed auspicabile futuro ogni impianto non dovrà emettere più di un grammo di mercurio all’ora. Un grammo da moltiplicare per le 8.760 ore dell’anno e per i 35 attuali gruppi produttivi delle centrali geotermiche distribuite fra Amiata e Larderello.

Il calcolo più recente sulla quantità complessiva di mercurio emesso dalle centrali geotermiche toscane si riferisce al 2007 ed è contenuto nella medesima delibera regionale: 1,494 tonnellate. Per gli anni successivi esistono solo le informazioni relative al mercurio emesso dalle centrali nel preciso istante in cui, di solito una volta o due l’anno, l’ARPAT (Agenzia Regionale Protezione Ambiente Toscana) effettua i controlli. I dati 2015 sono i più recenti. C’é anche una tabella riassuntiva relativa al periodo 2011-2015. Si tratta di misurazioni effettuate a valle dei filtri AMIS che trattengono gran parte del mercurio: però non tutto. Filtri che peraltro si guastano di frequente. La normativa toscana richiede che siano in funzione almeno per il 90% del tempo.

Le emissioni di mercurio rilevate durante i controlli non riflettono la situazione media annuale. Però, se così fosse (e del resto non sono disponibili dati migliori), ogni anno uscirebbero dalle sole centrali di Larderello, Radicondoli e Lago ben 1,498 tonnellate di mercurio. La stima é stato effettuata dal Comitato Difensori della Toscana. Applicando i medesimi criteri anche alle centrali dell’Amiata, il totale annuo salirebbe (un calcolo nostro) a circa 1,9 tonnellate.

Altra ipotesi: se la produzione geotermica 2007 era pari a 5.569 GWh (il dato é nel rapporto rinnovabili 2015 del GSE, che contiene anche la serie storica) e se le emissioni 2007 di mercurio erano di 1,494 tonnellate (il valore fornito dalla già citata delibera regionale), la produzione geotermica 2015, che é stata di 6.185 GWh, potrebbe aver comportato emissioni di mercurio pari a 1,659 tonnellate. La stima non é così lontana da quella effettuata dal Comitato Difensori della Toscana. In ogni caso, sono tonnellate di mercurio: e il mercurio é pericoloso anche quando si tratta di grammi.

Anche se – come dicevamo – non esistono limiti nazionali o europei per le emissioni geotermiche di mercurio, la convenzione LRTAP (Long-Range Transboundary Air Pollution on Heavy Metals, Inquinamento atmosferico transfrontaliero ad ampio raggio metalli pesanti), ratificata dall’Unione Europea, prescrive almeno di quantificare le emissioni nazionali e ridurle nel tempo.

Però, ed ecco la sorpresa! L’Italia non inserisce le emissioni geotermiche di mercurio nell’inventario inviato all’UE e pubblicato dall’EEA (European Enrivonmental Agency, Agenzia Europea per l’Ambiente) insieme agli inventari di tutti gli altri Stati membri e questo nonostante un paragrafo del manuale per compilare gli inventari nazionali, redatto dalla stessa EEA, indica esattamente come e dove vanno rendicontate le emissioni geotermiche di mercurio. Per la cronaca, le 1,494 tonnellate di mercurio emesse (ma non dichiarate) nel 2007 sono pari al 13,8% delle emissioni dichiarate dall’Italia nello stesso anno; le eventuali 1,659 tonnellate del 2015 sarebbero pari al 20,6% delle emissioni dichiarate in quell’anno. Di qui la nostra interrogazione.

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