Summit UE per far entrare in vigore il CETA aggirando i parlamenti

Aggiornato Wiki CETA, lo strumento d’informazione sul trattato commerciale con il Canada che riduce lo spazio per legiferare nell’interesse pubblico

L’UE é ormai ad un passo dal CETA, la riforma istituzionale nascosta: é il trattato commerciale che subordina la possibilità dell’UE e degli Stati di prendere decisioni nel pubblico interesse al fatto che queste decisioni non comportino la creazione di ostacoli al commercio col Canada. Il summit che si svolgerà martedì voterà l’applicazione provvisoria ma a tempo indeterminato del trattato. L’approvazione da parte dei parlamenti nazionali – teoricamente indispensabile – é rimandata a data da destinarsi, così da aggirare prevedibili opposizioni.

Gli sviluppi della situazione sono on line negli aggiornamenti del WikiCETA, lo strumento creato in collaborazione con Tiziana Beghin attraverso il quale i cittadini possono avere informazioni referenziate con link alle fonti e ai documenti ufficiali.

Con l’occasione, Wiki CETA si é arricchito di nuovi capitoli dedicati all’impatto che il CETA avrà sul potere decisionale di un’amministrazione locale e al ruolo del Parlamento Europeo: anch’esso sarà chiamato, più avanti, ad esprimersi sul trattato.

Il CETA é gemello del trattato TTIP fra UE ed USA. Mentre l’attenzione collettiva si appunta sul fatto che le trattative per il TTIP sono in conclamato stallo (non però interrotte), il CETA si accinge ad introdurre i medesimi contenuti: silura i criteri su cui l’UE ha finora basato la sua normativa (a cominciare dal principio di precauzione che finora ha impedito la massiccia importazione di OGM, di cui il Canada é un grande produttore mondiale), dà alle società canadesi la possibilità di citare in giudizio gli Stati in caso di una legge che lede i loro interessi, detta i criteri con cui gli Stati devono autorizzare le attività economiche e per l’amplissimo intervento privato nei servizi.

Gli studi d’impatto del CETA sull’economia UE richiesti e finanziati dalla Commissione Europea prospettano un aumento del PIL pari al massimo allo 0,01% all’anno per sette anni (dopo di che il CETA esaurirebbe la sua – diciamo – spinta propulsiva sull’economia) e il fatto che il trattato  costringerà 167.000 europei a cercarsi un nuovo lavoro. Uno studio indipendente disegna uno scenario drammatico (diminuzione del PIl UE e disoccupazione) in cui sarebbe l’Italia ad incassare il colpo più duro.

Foto (rielaborata)

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