CETA, OGM e pesticidi. Perché è a rischio la sicurezza alimentare europea

Sotto minaccia la sicurezza alimentare europea: sono iniziati il lavori del forum di cooperazione normativa istituito dal CETA, il trattato di libero scambio fra UE e Canada per eliminare le “barriere” che ancora impediscono l’importazione di prodotti canadesi

Il trattato CETA di libero scambio fra UE e Canada – in realtà una riforma istituzionale nascosta – in questo mese di dicembre ha aperto il fuoco sulle regole europee relative a pesticidi e OGM. Sono sotto tiro il modello della nostra agricoltura e la nostra sicurezza alimentare.

Le regole UE non sono certo perfette, ma  sono diverse da quelle canadesi e in molti casi più severe: la disparità ostacola il commercio con il Canada, dal momento che non tutto ciò che è prodotto in Canada può essere importato nell’UE. Quindi il trattato CETA, che è applicato dal settembre scorso, prevede una “cooperazione normativa” fra UE e Canada con lo scopo di prevenire e di eliminare queste ed altre “barriere” al commercio.

Il Regulatory Cooperation Forum, il forum di cooperazione sulla normativa istituito dal CETA, si è riunito per la prima volta il 14 dicembre. E’ formato da burocrati UE e canadesi e non è sottoposto ad alcun controllo democratico. In teoria, la “cooperazione” per armonizzare la normativa è volontaria; in pratica, è pressoché impossibile evitarla. Il forum fa capo al CETA Joint Committee, la commissione congiunta bilaterale che può modificare il trattato CETA e i suoi allegati, fra cui anche quello  – lasciato in bianco e “da concordare in seguito” – con i criteri per stabilire l’equivalenza fra le norme UE e canadesi di sicurezza alimentare.

Vari enti ed associazioni hanno inviato le loro istanze alla prima riunione del forum CETA di cooperazione normativa. Qui si possono leggere le richieste fatte pervenire attraverso la Commissione Europea; qui quelle inviate attraverso il governo canadese. Molte di esse – soprattutto da parte del Canada –  arrivano da associazioni di produttori: il forum del CETA offre alle lobby un’ottima strada per influenzare la regolamentazione. E dalle lobby canadesi – appunto – parte un fuoco di fila sulla nostra agricoltura e sulla nostra sicurezza alimentare, o meglio sulle regole UE relative a OGM e pesticidi.

Numerose associazioni canadesi legate all’agricoltura segnalano al forum che, nonostante il trattato di libero scambio, esse non possono vendere nell’UE i loro prodotti OGM né i prodotti convenzionali trattati con pesticidi non ammessi nell’UE, o con residui di pesticidi più alti di quelli accettati nell’UE. Vedere, ad esempio, le lettere di viticoltori, cerealicoltori, produttori di pesticidi e sementi OGM, produttori di colza e ministero dell’agricoltura della provincia del Saskatchewan.

Le loro richieste al forum CETA di cooperazione normativa ruotano attorno alla necessità di dare attuazione a due cose previste dal trattato: eliminazione delle barriere che ostacolano il commercio fra Canada ed UE ed istituzione di un comune approccio normativo all’agricoltura “basato sulla scienza” come già si fa in Canada e dove “in base alla scienza” gli OGM sono considerati equivalenti ai loro omologhi convenzionali. Per quanto riguarda i pesticidi e i loro residui, i produttori canadesi di ortaggi riassumono bene il nocciolo della questione: le regole canadesi sono incentrate sulla gestione del rischio; quelle dell’UE sull’esistenza di un pericolo. Con il CETA, aggiungono, l’UE ha accettato l’approccio canadese: al quale dunque, sostengono, dovrebbe adeguarsi.

Ogni modifica delle regole UE – a maggior ragione se riguarda addirittura la “filosofia” che ne è alla base – dovrebbe essere il frutto di un processo democratico. Ma il CETA ha cambiato le carte in tavola attraverso una procedura sotterranea della quale – almeno finora – i grandi media non ci risulta abbiano dato notizia. Cercheremo di tenervi informati.

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