La neutralità della rete ha vinto. Chiuse le scappatoie create dalla nuova normativa UE
Ribadito il principio di trattare tutto il traffico su internet in modo uguale, senza accelerarlo né rallentarlo, a prescindere dalla sua origine e destinazione
La neutralità della rete ha vinto. Il merito non va alle forze politiche maggioritarie nell’UE, che anzi hanno cercato di assassinarla: infatti il Consiglio UE e la maggioranza del Parlamento Europeo, nell’autunno 2015, hanno concesso un’amplissima serie di scappatoie all’applicazione del principio secondo il quale tutto il traffico su internet deve essere trattato in modo uguale, senza rallentarlo né accelerarlo, a prescindere dalla sua origine e dalla sua destinazione.
Se la neutralità della rete ha vinto, il merito va al BEREC (Body of European Regulators of Electronic Communications): il 30 agosto, attraverso le sue linee guida sulla neutralità della rete, ha cucito le toppe sulle scappatoie create dai politici.
Solo grazie alla neutralità della rete é possibile raggiungere con la stessa velocità e con la stessa facilità il sito internet di un potente colosso dell’informazione mainstream e un piccolo blog come il nostro, che rappresenta una voce fuori dal coro. Le scappatoie al principio della neutralità della rete approvate l’autunno scorso erano formulate con un linguaggio vago che le rendeva interpretabili “a fisarmonica” anche in modo molto, molto ampio. La normativa varata da Parlamento Europeo e Consiglio UE contempla infatti
- corsie preferenziali per il collegamento veloce, e i grandi marchi commerciali potrebbero trovare conveniente pagare gli operatori delle telecomunicazioni affinché gli internauti arrivino più velocemente ai loro siti internet
- lo “zero rating”, cioé non conteggiare nella bolletta dell’utente il collegamento a determinate applicazioni o a determinati siti: presumibilmente, ancora una volta i siti che possono pagare per offrire ai clienti questo servizio
- la possibilità per i provider di definire “classi di servizi”, decidendo se rallentare il relativo traffico, e di gestire il traffico su internet rallentandolo per sventare una non meglio definita “minaccia di congestione”
Le grandi società delle telecomunicazioni già si fregavano le mani pensando alla possibilità di guadagni aggiuntivi. Invece no. Secondo le linee guida dettate da BEREC
- le corsie preferenziali veloci possono essere offerte solo per servizi molto di nicchia, come IPTV, uso della tecnologia VoLTE per chiamate vocali di alta qualità, chirurgia a distanza
- lo zero rating é permesso solo se l’utente ha contemporaneamente la possibilità di navigare normalmente su tutto il resto di internet, e in ogni caso va attentamente sorvegliato dalle autorità nazionali
- é consentito gestire e rallentare il traffico su internet esclusivamente per dare attuazione ad ordini delle autorità, per garantire l’integrità e la sicurezza della rete, per risolvere un ingorgo: ma in ogni caso tutto il traffico deve subire un uguale rallentamento
E’ una vittoria per i cittadini e per i “diritti digitali”: la creazione di corsie preferenziali per il traffico renderebbe la vita più difficile a piccole imprese, artisti, attivisti, educatori, ed in questo senso la neutralità della rete conduce verso il concetto di internet bene comune. E’ vittoria per l’innovazione: continuerà ad essere possibile collegarsi con la stessa rapidità e facilità ad un sito già famoso e ad uno appena nato. Del resto, senza la neutralità della rete il web avrebbe probabilmente soffocato Youtube e Facebook nel momento stesso in cui emettevano i primi vagiti.