Non i 500 milioni di cui si parlava all’inizio, ma addirittura un miliardo di dollari. L’accordo è stato raggiunto venerdì: l’UE paga il “pizzo” all’Ucraina – la nuova ed impresentabile partner cui é legata da un accordo di associazione – per convincerla a far transitare nei gasdotti ucraini il gas russo diretto verso i Paesi dell’Unione. Il transito del gas ha già in sé la sua ricompensa: l’Ucraina incassa miliardi di dollari in forma di diritti di passaggio. Ad essi si aggiunge ora il miliardario “pizzo”.
Formalmente, il denaro raggiungerà l’Ucraina sotto forma di prestiti. La banca europea BERS (o EBRD per usare l’acronimo inglese) presta 300 milioni di dollari; la banca tedesca KfW ne presta altri 200 e la Banca Mondiale presta gli ultimi 500: ma quest’ultimo prestito é garantito per 520 milioni dalla banca europea BEI. Significa che se l’Ucraina non riuscirà a ripagare la Banca Mondiale, lo faranno al suo posto le istituzioni europee. Per la cronaca, l’economia dell’Ucraina é un disastro e l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha dichiarato il Paese “in default selettivo” venerdì, cioé lo stesso giorno in cui l’UE ha accordato il prestito all’Ucraina e ha accettato di garantire il prestito dell’Ucraina con la Banca Mondiale
Questo accordo, probabilmente, manderà in brodo di giuggiole il finanziere George Soros, il fondatore in Ucraina della International Renaissance Foundation la quale – per sua stessa ammissione – ha giocato “un ruolo importante” nell’insediamento in Ucraina, nel 2014, dell’attuale Governo filoamericano, filo UE e dichiaratamente antirusso. Gli hacker del collettivo CyberBerkut dicono di essere riusciti a penetrare, nel giugno scorso, nelle email di Soros e di avervi trovato, fra l’altro, una strategia a medio termine per l’Ucraina secondo la quale la Commissione Europea dovrebbe accettare di assegnare all’Ucraina un finanziamento annuale a fondo perduto di un miliardo di dollari.