Gli USA si muovono per ottenere il pieno controllo sulle forniture di gas all’UE e all’Europa: gas russo compreso. Lo si apprende da articoli della grande stampa internazionale e del Sole 24 Ore. Praticamente, significa che gli Stati Uniti si apprestano a tenere l’UE sotto controllo per uno degli asset più strategici in assoluto.
Infatti dal prezzo del gas, e dal quantitativo di gas disponibile, dipende in generale il prezzo dell’elettricità. Ne dipendono anche i costi che le attività produttive devono sopportare, i prezzi delle merci esportate e di quelle in vendita al supermercato.
In questo scenario, l’UE di Ursula von der Leyen e della peggior classe dirigente europea di cui si abbia memoria non apre bocca neanche per lamentarsi. È intenta a vietare il gas russo e ad assecondare l’arrivo del gas statunitense, o controllato dagli USA, in quantitativi sempre maggiori.
L’acquiescenza di Ursula & C. va di pari passo con la rottamazione, di fatto, del Green Deal e con il progressivo ridursi dell’accento su energie rinnovabili ed elettrificazione: le uniche soluzioni tecnologiche e infrastrutturali che possono assicurare l’indipendenza energetica ad un continente povero di risorse naturali.
Questo quadro che si va mostrando sempre più chiaro sotto in nostri occhi non può non portare ad una risata amara quando ascoltiamo le prediche UE sulla diversificazione delle rotte di approvvigionamento dell’energia quale via per l’indipendenza geopolitica.
Prima della guerra in Ucraina, il 40% del gas importato nell’UE era russo ed arrivava via gasdotto. Costava poco. Via via ha preso il suo posto una crescente quota di gas liquefatto statunitense. E’ molto caro e ha un impatto climatico peggiore addirittura del carbone.
L’Ucraina impedisce il passaggio sul suo territorio del gas russo diretto verso Ovest. Dal primo gennaio scorso, il poco residuo gas russo entra nell’UE attraverso il TurkStream e la Bulgaria. Il fondo d’investimento statunitense Elliot è in trattative per prenderne il controllo. Lo scrive il Wall Street Journal. L’articolo è riservato agli abbonati, ma lo hanno ripreso testate gratuite.
Da mesi si parla inoltre dell’acquisto da parte di un investitore statunitense del gasdotto Nord Stream (che va dalla Russia alla Germania) o di quel che ne resta. Infatti è stato sabotato con un impunito atto di guerra da parte di un commando ucraino o da chi per esso.
L’accordo USA-Ucraina per lo sfruttamento delle risorse naturali, che assegna agli USA la parte del leone, consentirà come se non bastasse, di estrarre in Ucraina, sotto il sostanziale controllo USA, gas da vendere all’Europa. Lo afferma pubblicamente il ministro ucraino dell’Energia.
Non solo. Per completare la manovra a tenaglia e ottenere il controllo sulle forniture di gas all’UE, gli USA stanno trattando con la Russia (il Cremlino conferma) il ripristino delle forniture di gas russo all’UE via gasdotto. Avverrebbe accordando eventualmente agli USA una qualche forma di controllo sui quantitativi consegnati all’Europa, come scrive pudicamente Reuters.
In questo scenario, l’UE acquisterebbe comunque gas russo, esattamente come prima della guerra. Pagherebbe per questo un intermediario a stelle e strisce e gli assegnerebbe la possibilità di decidere l’entità delle forniture.
Un altro grande successo di Ursula von der Leyen.




