Domani, venerdì 17 maggio, è la Giornata internazionale contro l’omofobia. Ricorda la data – era il 1990 – nella quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali.
Sono convinto che ciascuno debba poter esprimere se stesso interamente, liberamente e senza timori all’interno di una società priva di stereotipi ed etichette, in linea con i principi di uguaglianza, dignità e libertà della Costituzione italiana, del Parlamento europeo e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Farò tutto ciò che è in mio potere affinché questo avvenga. C’è ancora bisogno di dirlo? Probabilmente sì.
L’Agenzia per i Diritti dell’Unione Europea ha appena pubblicato i risultati di un sondaggio – uno dei maggiori mai svolti in questo campo – secondo il quale la violenza, il bullismo e le molestie contro le persone LGBTQ in Europa hanno raggiunto “un nuovo massimo” negli ultimi anni.
Da un lato, dice il sondaggio, sempre più persone LGBTQ si sentono in grado di essere aperte riguardo alla propria identità; ma dall’altro il 14% ha riferito di aver subito un attacco fisico o sessuale nei cinque anni precedenti: il 3% in più rispetto a quanto emerso da un analogo sondaggio svoltosi nel 2019.