Efficienza energetica nell’edilizia, l’OK finale ad una direttiva scialba

Concluso l’iter per l’approvazione. Entro il 2050 gli edifici UE non dovranno più consumare energie fossili. Ma c’é una tavanata galattica: l’energia rinnovabile conta come efficienza energetica. Per tale motivo il M5S si è astenuto.

La Direttiva sull’efficienza energetica nell’edilizia ha ormai assunto la veste definitiva con qualche infamia e con pochissima lode. E’ il primo provvedimento del “pacchetto energia” (detto anche “winter package”) ad aver superato il trilogo*.

La seduta plenaria del Parlamento Europeo, martedì 17 aprile, ha approvato il testo della Direttiva nella versione uscita dal trilogo con 546 voti a favore, 35 contrari e 96 astenuti, fra i quali il M5S. Quando anche il Consiglio UE approverà (ormai é una mera formalità), la Direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, entrerà in vigore e dovrà essere recepita dagli Stati membri entro 20 mesi.

Non ci ha mai entusiasmato questa Direttiva, né la proposta iniziale della Commissione, né il testo finale. Ad oggi nell’UE gli edifici sono responsabili del 40% del consumo di energia e del 36% delle emissioni di gas serra; il 35% di essi è stato costruito almeno cinquant’anni fa, ma il tasso annuale di riqualificazione rasenta appena l’1%. Vi erano enormi opportunità e spazi di miglioramento, e se è vero che la Direttiva stabilisce che entro il 2050 il parco edilizio UE deve diventare efficiente dal punto di vista energetico e non deve consumare energie fossili (ovvero, niente emissioni di gas serra), non vengono stabilite né le tappe intermedie per arrivare a questo obiettivo né la percentuale minima di edifici da sottoporre ogni anno a riqualificazione. Noi avevamo chiesto che fosse stabilito un tasso del 3%.

Agli Stati UE viene imposto di adottare e di finanziare piani di riqualificazione del parco edilizio, ma senza indicazioni vincolanti circa la portata di questi piani e dei relativi finanziamenti. Gli unici obblighi degli Stati membri riguardano il fatto che essi dovranno informare la Commissione Europea

  • sulla situazione del parco edilizio nazionale dal punto di vista dell’efficienza energetica
  • sulle percentuali di riqualificazioni
  • sulle politiche nazionali attuate per incoraggiare le riqualificazioni degli edifici.

Il grande scandalo è che, secondo questa Direttiva, per determinare la prestazione energetica di un edificio (cioè il suo grado di efficienza energetica) si può tener conto anche dell’energia prodotta da fonti rinnovabili collegate all’edificio stesso. Il che tradotto significa che si può anche avere un edificio poco efficiente, ma se è alimentato a energia rinnovabile… va bene lo stesso è può ambire ad una certificazione di efficienza energetica di qualità. Ci siamo sempre opposti strenuamente, già fin dalla presentazione dei nostri emendamenti nella commissione parlamentare ITRE e lo consideriamo una tavanata galattica dal punto di vista teorico, termodinamico, culturale ecologico e tecnologico. Efficienza energetica significa consumare meno energia, da qualsiasi fonte essa provenga. Punto.

Le novità concrete principali sono due:

  • se si verificano determinate condizioni, gli edifici nuovi o sottoposti a riqualificazione devono avere avere un certo numero di parcheggi attrezzati o attrezzabili per la ricarica dei veicoli elettrici, ma il numero e i casi in cui tale intervento sarà previsto sono davvero ridotti al lumicino.
  • negli edifici nuovi e in quelli in cui vengono sostituiti i generatori di calore vanno installati dispositivi automatici in grado di regolare i livelli di temperatura, solitamente nelle singole stanze (cosa che in Italia è già previsto da tempo).

Ben poca cosa. Una grande occasione persa…

*  Il Trilogo è la trattativa politica attraverso la quale viene definita la posizione comune dei due co-legislatori europei: il Parlamento Europeo (che in questo caso si era espresso attraverso la commissione parlamentare ITRE) e il Consiglio UE, che rappresenta la voce dei governi degli Stati membri.

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