Sfalci e potature di parchi e giardini? Nel compost! Commissione Europea dà ragione al M5S

Le norme nazionali, in contrasto con quelle europee, stavano per affamare la filiera del compostaggio in Italia a vantaggio dei bruciatori a biomassa. Ma una interrogazione del M5S in Europa colpisce nel segno.

Sfalci e potature di parchi e giardini sono rifiuti organici e pertanto vanno compostati. La nuova normativa nazionale voluta dal fu Governo Renzi, che permette invece di bruciarli come biomassa e che stava privando la filiera del compostaggio in Italia di una materia preziosa, finirà sotto la lente d’ingrandimento della Commissione Europea.

E’ il succo della risposta datata 21 dicembre ad una interrogazione che ho presentato l’11 novembre 2016 e cofirmata dai colleghi Castaldo, Evi e Borrelli. I testi di interrogazione e risposta sono anche in fondo al post.

Il destino da riservare a sfalci e potature sembra solo un dettaglio: in realtà è una questione di notevole importanza. Nel 2015, l’Italia ha prodotto circa 6 milioni di tonnellate di rifiuti organici, di cui due milioni (un terzo) sono costituiti da sfalci e potature provenienti da giardini pubblici e privati. Sfalci e potature sono un’importantissima parte “strutturante” del compostaggio, il processo che trasforma in preziosissimo concime biologico gli scarti organici e alimentari e restituisce alla terra ciò che essa ci ha dato sotto forma di cibo e di verde urbano. Grazie a questo “strutturante” si possono compostare con maggiore facilità e migliori risultati i materiali putrescibili come gli scarti di cucina. La possibilità di bruciare sfalci e potature esiste in Italia da pochi mesi ed ha rappresentato un duro colpo per le filiere virtuose del riciclo organico e dell’economia circolare.

Tuttavia, come abbiamo ripercorso nella nostra interrogazione, questo contrasta con le norme europee. La direttiva sui rifiuti 2008/98, all’articolo 3 punto 4, definisce come “rifiuto organico” i  “rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti” eccetera, e dice all’articolo 22 che la loro destinazione è il compostaggio.

Anche il decreto legislativo 205 del 3 dicembre 2010, che recepisce la direttiva europea nella normativa italiana integrando il decreto legislativo 152/06, classifica sfalci e potature come “rifiuti organici”, destinati dunque al compostaggio. I problemi, in Italia, nascono dalla  legge 154 del 2016 (il cosiddetto “collegato agricoltura”), che all’articolo 41 modifica il decreto legislativo 152/06 ed inserisce anche sfalci e potature tra i materiali da escludere dalla definizione di rifiuto, consentendo di bruciarli come biomassa a fini energetici.

Pratica che non è permessa in nessun altro Stato UE.

Il tentativo di sopprimere tale esclusione era già stato portato avanti a livello nazionale da diversi esponenti del m5s, come Alberto Zolezzi, Massimo De Rosa (Camera), Paola Nugnes (Senato). Purtroppo, senza successo data la testardaggine del Ministero Agricoltura.

In seguito alla nostra interrogazione i principi dell’economia circolare verranno difesi e la filiera nazionale del compostaggio potrà tirare un sospiro di sollievo.

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