L’Unione Europea ha urgente bisogno di lezioni da Paesi come l’Uruguay e il Marocco. All’UE piace pensare di essere il leader mondiale delle energie rinnovabili, ma i suoi obiettivi – 20% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2020, e 27% entro il 2030 – impallidiscono di fronte a ciò che altri hanno già realizzato.
Il Marocco – che, con tutto il rispetto, non ha certo una tradizione tecnica e scientifica paragonabile a quella euopea – é sulla buona strada per raggiungere il 42% di energia rinnovabile entro il 2020 e vuole arrivare al 50% entro il 2030: eolico, idroelettrico e soprattutto solare, settore nel quale il Paese sta diventando una superpotenza.
L’immaginario collettivo lega il Marocco al deserto attraversato da carovane di dromedari: però il Paese produce da sé il 30% delle componenti del nascente mega impianto solare a concentrazione di Noor che, una volta completato, sarà fra i più grandi del mondo. Potrà esportare energia rinnovabile verso l’Europa…
E, no, il Marocco non ha concesso sussidi alle rinnovabili: la rivoluzione solare del Marocco é cominciata quando nel 2009 lo Stato ha garantito agli investitori l’eventuale differenza rispetto al costo di produzione dell’energia da fonti convenzionali. Una mossa ampiamente vincente, dato che la parity grid (la parità di costo) é già stata raggiunta.
Più o meno nello stesso periodo – era il 2008 – l’Uruguay (il paese di José Mujica) si è dato un obiettivo per le energie rinnovabili tutto sommato modesto, “europeo”: raggiungere il 15% da eolico, biomasse residuali e mini idroelettrico. L’ha superato alla grande: ora viene da fonti rinnovabili il 95% dell’elettricità generata nel Paese. Le pesanti importazioni di energia elettrica sono un ricordo del passato (l’Uruguay é anzi diventato un esportatore), le bollette al netto dell’inflazione sono diminuite e non sono stati concessi sussidi governativi alla produzione.
Ora, se si prendono in considerazione anche i trasporti (auto ed autocarri vanno perlopiù a benzina o a diesel), l’Uruguay ottiene da fonti rinnovabili il 55% dell’energia che complessivamente consuma. Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2013, l’UE è al 12,6% di rinnovabili nel consumo complessivo di energia.
E in UE? Ancora si discute di strategie, target vincolanti o meno, shale gas, gasdotti, carbone e nucleare.
Il terzo mondo insomma.