Soli – o quasi – contro tutti. Nel Parlamento Europeo, il M5S sta lottando per bloccare l’importazione senza dazio nell’UE di altre 70.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino. Sarebbe una mazzata per l’olivicoltura italiana, che attraversa tempi molto difficili (produzione 2014 collassata) e che già fronteggia un’alluvione di olio tunisino.
L’ulteriore ingresso nell’UE di 35.000 tonnellate di olio all’anno per due anni rappresenta il modo in cui la Commissione Europea vorrebbe aiutare la Tunisia in seguito all’attentato terroristico di Susa (o Soussa) nel giugno scorso: 39 morti, soprattutto turisti europei. Il Consiglio UE (formato dai ministri degli Stati membri) é stato il primo a sollecitare. Anche l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, l’italiana Federica Mogherini, ha impartito la sua benedizione all’olio tunisino: “In questo periodo difficile la Tunisia può contare sul sostegno dell’UE”.
E’ giusto aiutare la Tunisia. Ma non ai danni dell’agricoltura italiana. Già ora, dalla Tunisia entrano nell’UE senza dazio 56.700 tonnellate di olio all’anno e in questo 2015 la Tunisia non deve neanche rispettare quote mensili predeterminate; come se non bastasse, nell’ottobre scorso sono iniziate le trattative per un accordo di libero scambio fra UE e Tunisia. L’Italia è il secondo produttore mondiale di olio d’oliva (la Spagna é al primo posto): ma, paradossalmente, é anche il primo importatore mondiale. Importare ancora di più?
Come è prassi, le 70.000 ulteriori tonnellate di olio tunisino vengono innanzitutto vagliate dalle commissioni del Parlamento Europeo. Per la commissione Commercio Internazionale, é relatrice la francese Marielle de Sarnez, dell’ALDE (liberali), che ha preparato un rapporto semplicemente entusiasta. Ancora aperti i termini per la presentazione degli emendamenti. Anche in commissione Agricoltura la relatrice si é espressa a favore: é la spagnola Clara Eugenia Aguilera García, degli S&D, la famiglia europea del centrosinistra cui fa capo anche il PD nostrano. Aguilera si limita a chiedere una valutazione d’impatto e l’eventuale revisione del provvedimento dopo un anno e dopo l’importazione delle prime 35.000 ulteriori tonnellate di olio tunisino.
Ma guardate gli emendamenti presentati in commissione Agricoltura. Viene dal M5S la richiesta di respingere la proposta della Commissione Europea per l’importazione extra di olio tunisino (emendamento 7); richieste analoghe sono presentate solo da eurodeputati della GUE (la sinistra; emendamenti 29 e 34) e dell’Europa delle Nazioni (la destra lepeniana; emendamenti 28, 32, 38). In subordine, é a firma M5S anche l’emendamento 33, per dimezzare l’importazione extra di olio dalla Tunisia: ma solo in subordine.
Gli italiani in commissione Agricoltura di S&E e PPE (centrosinistra e centrodestra; praticamente l’attuale coalizione di governo) non hanno chiesto di respingere l’importazione extra di olio tunisino. Con l’emendamento 30, tanto per provare a salvare la faccia, vorrebbero dimezzare il quantitativo: e non si spingono un passo più in là. I produttori di olio e di olive se ne ricorderanno, al momento di votare.
L’alluvione di olio tunisino dovrà poi essere votata dall’Europarlamento in seduta plenaria; infine la maggioranza dell’Europarlamento e il Consiglio UE dovranno trovare una posizione comune: essa costituirà la decisione presa dall’UE.