L’aeroporto solare di Kochi (o Cochin), in India, è il primo al mondo interamente alimentato dall’energia fotovoltaica – l’inaugurazione é di pochi giorni fa – e, soprattutto, non é che l’inizio. L’India intende proseguire subito con l’aeroporto di Calcutta e con i più importanti aeroporti del Rajasthan pur se sarà di origine fotovoltaica la maggior parte parte dell’energia elettrica necessaria a far funzionare luci ed impianti e non la totalità, come invece avviene a Kochi.
Complessivamente, l’AAI (Airport Authority of India) intende installare impianti per la produzione di energia solare in una trentina di aeroporti che possiedono terreni o ampi tetti adatti allo scopo. Per questo ha stretto un protocollo di intesa con Solar Energy Corporation of India.
L’aeroporto solare di Kochi é il terzo più importante in India per il numero dei passeggeri in transito. Si é dotato di un impianto da 12 MWp formato da oltre 46 mila pannelli solari distribuiti su una superficie di 45 acri (circa 180.000 metri quadrati).
Essi vanno ad aggiungersi ad impianti solari preesistenti e più piccoli: 100 kWp sul tetto del terminal arrivi e 1 MWp sul tetto dell’hangar per le manutenzioni degli aerei.
Complessivamente 13,1 MWp: più dell’impianto fotovoltaico collegato all’aeroporto di Indianapolis, finora detentore del record mondiale in materia.
I pannelli solari dell’aeroporto di Kochi sono in grado di produrre quotidianamente 50-60 mila kWh di energia elettrica quando per far funzionare lo scalo ne sono sufficienti 48 mila circa.
Molti aeroporti – non solo in India – possiedono ampi terreni inutilizzati e potrebbero seguire l’esempio: sono trattenuti, pare, dall’idea che il riflesso del sole sui pannelli solari possa abbagliare coloro che lavorano nelle torri di controllo o i piloti che stanno atterrando e decollando. Però esistono strumenti per disporre i pannelli solari in modo tale da evitare effetti di questo genere.
Pic by Federico Monaco