Gas russo e banca BRICS. La Grecia sfida USA ed UE preparando il suo “piano B”

La Grecia sfida gli USA e l’UE ed alza la posta. A questo punto, o la va, o la spacca non solo il debito ma anche per il Turkish Stream, il costruendo gasdotto per portare nell’UE il gas russo attraverso la Turchia e i Balcani ed aggirare così l’impresentabile Ucraina. L’UE non vede di buon occhio il gasdotto; gli Stati Uniti, men che meno e lo hanno fatto sapere alla Grecia: la quale invece intende aderire al progetto. Gli spari in Macedonia  – che é sulla rotta del Turkish Stream – illustrano i potenziali rischi cui va incontro la Grecia. Nella fattispecie, questi rischi potrebbero materializzarsi attraverso il “piano B” tratteggiato a Bruxelles in caso di mancato accordo sul debito greco. Ma ormai é chiaro anche il “piano B” della piccola, coraggiosa Grecia: ottenere finanziamenti dalla banca di sviluppo dei BRICS, cui é stata invitata ad aderire.

I prossimi giorni e le prossime settimane diranno se Turkish Stream e banca dei BRICS sono solo strumenti tattici per strappare migliori concessioni relative ai prestiti indispensabili per evitare il default greco o se la Grecia davvero percorrerà una strada alternativa rispetto a quelle che conducono dritto e filato a Washington e a Bruxelles: una strada – oltretutto – più vicina a Mosca.

In ogni caso, la Grecia si é assicurata l’appoggio russo alla sua adesione alla banca dei BRICS. Salvo sorprese, l’operazione dovrebbe essere perfezionata nelle prossime settimane: la Grecia non ha soldi per pagare la quota d’iscrizione – ne verserà una simbolica – ma potrà ricevere finanziamenti. Per la costruzione del gasdotto, invece, sono già pronti i finanziamenti russi.

Intanto a Bruxelles sono ferme al muro contro muro le trattative per rifinanziare il debito greco. UE e Fondo Monetario Internazionale hanno preparato il testo di un accordo “prendere o lasciare” da sottoporre alla Grecia. I dettagli non sono noti, ma tutto lascia supporre che esso comprenda un’altra dose di letale austerity. La Grecia ha mandato a Bruxelles un altro testo, di contenuto sempre non specificato, che essa ritiene “realistico”.

Dopodomani la Grecia deve restituire una rata del prestito al Fondo Monetario Internazionale. Non lo farà se prima non ci sarà un accordo sul rifinanziamento del suo debito. Se davvero la Grecia non pagherà, andrà in default.

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