Gravissimo. Xylella: la Puglia impone di bombardare tutta la provincia di Lecce con insetticidi pericolosi e potenti
Per combattere la Xylella (ma è davvero la causa del disseccamento degli ulivi?) i cittadini sono obbligati a usare pesticidi interferenti endocrini e neonicotinoidi su ogni area verde
II problemi legati alla gestione della “peste degli ulivi”, la Xylella fastidiosa, vanno ben oltre il gravissimo abbattimento di alberi secolari. Se non lo fermiamo, il bombardamento chimico a tappeto deciso dalla Regione Puglia sull’intera provincia di Lecce comincerà fra pochi giorni. Tutte le aree verdi della provincia, dagli oliveti ai giardini, subiranno due trattamenti obbligatori con insetticidi molto potenti: già questo è inaudito, mai vista un’intera provincia (una provincia intera!) cosparsa di insetticidi.
Ma c’é addirittura di peggio. La Regione Puglia ha indicato sette insetticidi adatti allo scopo. Di questi sette, quattro (sebbene ancora legalmente commerciabili) sono in attesa di regolamentazione europea: contengono sostanze ritenute capaci di disturbare il sistema endocrino (la produzione di ormoni) dei mammiferi: e l’uomo é un mammifero. La rete PAN Europe contro i pesticidi ritiene che queste quattro sostanze sarebbero già state vietate se l’UE non avesse insabbiato un rapporto sulla loro pericolosità. Quali conseguenze avrà, sulla salute collettiva, l’onnipresenza ambientale di questi veleni? E la salute di coloro che effettueranno materialmente i trattamenti?
Un altro fra i sette insetticidi indicati dalla Puglia é un neonicotinoide – una specie di bomba atomica per la natura – che secondo alcuni studi scientifici é capace di danneggiare perfino gli uccelli. Figuratevi cosa vuol dire spargere queste robe su tutto il territorio provinciale.
La guerra chimica é stata scatenata per sterminare gli insetti responsabili della trasmissione della Xylella fastidiosa, il batterio che la Regione Puglia ritiene l’unico responsabile del disseccamento degli ulivi. Sul ruolo della Xylella in realtà c’é ampia incertezza, ma questa non é la sede giusta per discuterne. In ogni caso la guerra chimica indiscriminata ucciderà tutti gli insetti, e non solo quelli che rappresentano il bersaglio dell’operazione. Questo innescherà una reazione a catena che colpirà inevitabilmente gli ecosistemi e l’uomo. Cosa mangeranno le rane e gli uccelli, se non ci saranno più insetti? Chi impollinerà i raccolti, se moriranno le api?
Il bombardamento chimico dell’intera provincia di Lecce comincerà il primo maggio e proseguirà fino alla fine di agosto. I due trattamenti obbligatori con insetticidi in tutte le aree verdi sono stati imposti dalla regione Puglia ai cittadini con una determina dirigenziale che prescrive misure da adottare nell’intera “area infetta” per combattere la Xylella.
L’ “area infetta”, evidenziata nella cartina a lato, ricalca la provincia di Lecce. Qui bisogna abbattere gli ulivi malati, eliminare le parti danneggiate di quelli solo parzialmente sani e in più bisogna sterminare gli insetti che diffondono la Xylella dalle piante malate a quelle sane. Fra questi insetti la Regione Puglia cita soprattutto le “sputacchine”, Philaenus spumarius.
Per ucciderle, durante l’inverno i cittadini hanno l’ordine di eliminare la vegetazione spontanea e di spargere insetticidi sulle aree (tipo i muretti a secco) in cui questo non é possibile; fra maggio e agosto hanno l’ordine di effettuare almeno due trattamenti con insetticidi su ulivi, piante fruttifere o ornamentali, macchia mediterranea, siepi, bordure, muretti a secco, incolti. In provincia di Lecce non si salva proprio niente, insomma.
La Regione Puglia ha anche indicato sette principi attivi adatti: Imidacloprid (un neonicotinoide), Etofenprox, Buprofezin e quattro sostanze che contengono interferenti endocrini: Dimetoato, Deltametrina, Lambda cialotrina, Clorpirifos metile. Gli interferenti endocrini alterano la funzionalità del sistema preposto alla produzione degli ormoni e sono legati a deformità fetali, sterilità, deficit di attenzione e varie malattie, compreso il cancro.
Valutando il bombardamento chimico voluto dalla Puglia, l’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) ha scritto (punto 3.5.3 della relazione) che lo sterminio a tappeto degli insetti può avere impatti su tutte le catene alimentari e può avere impatti indiretti a vari livelli, ad esempio sull’impollinazione. La Regione Puglia però non ha dato segno di voler innestare la retromarcia.
L’Efsa si è preoccupata – giustamente – per gli ecosistemi. E noi esseri umani? La segnalazione della pericolosità del bombardamento chimico mi é arrivata via email da un medico preoccupato per le conseguenze sulla salute. E’ il dottor Maurizio Portaluri, che ha invano lanciato l’allarme con un articolo on line. Si é rivolto a me perché italiano fra gli 11 parlamentari europei che, nel gennaio scorso, hanno firmato una lettera indirizzata a Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la Salute e la Sicurezza del Cibo, chiedendogli che l’Unione Europea si sbrighi finalmente a regolamentare con criteri scientifici l’uso delle sostanze contenenti interferenti endocrini. Il commissario ha risposto in sostanza che provvederanno.
Pochi giorni dopo l’invio di questa lettera, il quotidiano britannico Guardian ha pubblicato un articolo nel quale afferma di aver scoperto un rapporto insabbiato dell’Unione Europea sugli interferenti endocrini e sulla loro pericolosità. Citando fonti anonime provenienti dalla Commissione Europea, il Guardian suggerisce che l’insabbiatura sia avvenuta a causa di pressioni delle lobby della chimica (le fonti ufficiali hanno rilasciato dichiarazioni di segno opposto); l’articolo inoltre riporta le affermazioni di un tossicologo ambientale, Angeliki Lyssimachou, che fa parte della rete europea contro i pesticidi PAN Europe. Secondo Lyssimachou, se lo studio non fosse stato insabbiato 31 pesticidi sarebbero già proibiti nell’UE perchè possono causare danni che sono stati individuati o dallo stesso studio insabbiato o da ricerche indipendenti, cioé non commissionate dall’industria che ha chiesto di poter commercializzare il pesticida in questione.
I quattro insetticidi contenenti interferenti endocrini raccomandati dalla Puglia per il bombardamento chimico della provincia di Lecce fanno parte di questi 31. Emerge da un documento Excel di PAN Europe dedicato alla valutazione di 54 pesticidi. Per quel che riguarda questi quattro prodotti destinati ad essere usati in Puglia, la situazione tratteggiata da PAN Europe é la seguente:
– Dimetoato (Dimethoate, in inglese nel report di PAN): nove studi indipendenti, effettuati su mammiferi vivi e pubblicati, evidenziano danni a testicoli ed ovaie, disordini alla tiroide e alla riproduzione
– Deltametrina (Deltamethrin): sei studi effettuati su mammiferi vivi evidenziano effetti sulla riproduzione e disordini agli ormoni tiroidei e alla produzione di spermatozoi
– Lambda Cialotrina (Lambda Chyalothrin): sulla base di studi effettuati in vitro, può influenzare la funzionalità endocrina; inoltre quattro studi pubblicati ed effettuati su mammiferi vivi evidenziano effetti sugli ormoni tiroidei, sui testicoli, sulla capacità delle cellule di reagire dal punto di vista immunitario
– Clorpirifos Metile (Chlorpyrifos-Methyl): studi indipendenti evidenziano effetti sulla tiroide e sugli organi sessuali.
Merita parlare anche dell‘Imidacloprid, il neonicotinoide che figura nella rosa degli insetticidi ritenuti adatti dalla Regione Puglia per il bombardamento chimico della provincia di Lecce. Si tratta di una delle tre sostanze di cui l’Unione Europea ha pesantemente limitato l’uso nel 2013 perché esse sono ritenute responsabili della moria delle api, gli insetti utili per eccellenza. Mica il miele: si tratta innanzitutto dell’impollinazione, senza la quale nulla fruttifica.
Recenti studi hanno poi dimostrato che anche dosi assolutamente infinitesimali di Imidacloprid uccidono le api (ci accorgiamo delle api perché sono gli unici insetti domestici: ma anche altri muoiono come le api…) e che l’impiego di questa sostanza danneggia perfino gli uccelli.
Una guerra chimica così micidiale ed estera ad un’intera provincia non si era mai vista. Occorre disinnescarla. Occorre fermare la Puglia prima che riesca a far morire il suo stesso territorio.
Foto, foto, foto (l’ultimo link conduce al download del Bollettino Ufficiale della Regione Puglia che contiene i confini dell’ “area infetta”; la mappa è a pag. 3251)