Le donne in Europa guadagnano di meno e sono le più danneggiate dai tagli ai servizi. L’Europarlamento vota a favore su parità di genere e diritto al controllo del proprio corpo
A parità di lavoro, in media una donna viene pagata 83,6 centesimi laddove un uomo viene pagato un euro. Le pensioni delle donne sono più basse del 39% rispetto a quelle degli uomini. Lavora part time il 32% delle donne e l’8,2% degli uomini. Le donne occupano solo il 17,8% dei posti nei consigli di amministrazione delle grandi società. Eppure le donne costituiscono il 60% dei laureati… I numeri compaiono nel comunicato stampa con cui il Parlamento Europeo accompagna la notizia dell’approvazione, ieri, della relazione annuale sui progressi verso parità di genere nell’Unione Europea che tra le altre cose afferma che di questo passo, uomini e donne che svolgono un uguale lavoro percepiranno un uguale stipendio nel 2084.
La relazione si riferisce ai dati 2013; é frutto del lavoro della Commissione FEMM (diritti della donna ed uguaglianza di genere); é stata presentata dal belga Marc Tarabella S&D (Socialdemocratici) ed é stata approvata dal Parlamento Europeo all’interno di una risoluzione (la potremmo chiamare “il Tarabellum”) che non si limita ad un insieme di numeri ma che, pur non avendo valore legislativo, indica all’UE una precisa linea politica: agire verso la parità di genere effettiva, con raccomandazioni da mettere in atto a 360 gradi. Di qui la sua importanza. Il “Tarabellum” riafferma vari importanti principi: fra l’altro chiede che venga ripreso il percorso legislativo perché in tutti gli Stati UE sia garantito un congedo di maternità pari ad almeno 20 settimane e un congedo di paternità pari ad almeno 15 giorni lavorativi (una direttiva della Commissione Europea in questa direzione é stata congelata dal Consiglio UE); sottolinea che le donne devono avere il controllo dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all’interruzione volontaria di gravidanza.
Il “Tarabellum” é stato approvato con 441 sì, 205 no e 52 astensioni: sul sito del Parlamento Europeo non é ancora disponibile la versione finale (il post verrà aggiornato per inserirlo) ma solo il testo scritto da Tarabella, tutti gli emendamenti presentati dai parlamentari e i risultati delle votazioni per ciascun emendamento.
E’ difficile, ormai, trovare qualcuno che si dica apertamente contrario alla parità di genere. Nei fatti, però, di persone che pongono ostacoli al raggiungimento dell’effettiva parità ce ne sono eccome. Infatti al Parlamento Europeo c’è stata battaglia: e non solo a proposito dell’interruzione di gravidanza.
QUOTE ROSA & PARI OPPORTUNITA’ IN POLITICA E SUL LAVORO
Le “quote rosa”, ad esempio. Il PPE ha cercato di eliminare dal “Tarabellum” la frase che “accoglie con favore i sistemi di parità stabiliti per legge e le quote di genere introdotte in alcuni Stati membri”. Noi del M5S abbiamo votato per mantenere questa affermazione: e così é stato. E’ vero che il movimento è contrario alle “quote rosa” in politica (e con l’alto numero di elette donne nel Movimento, abbiamo dimostrato che se si danno pari opportunità, le quote rosa non sono necessarie), ma nel mondo dell’imprenditoria e della ricerca esse possono invece essere uno stimolo necessario per superare le attuali disparità di salario e di carriera.
CORPO DELLE DONNE, VIOLENZA DOMESTICA, INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA E CLANDESTINITA’
Per quanto riguarda l’immagine e il corpo delle donne noi del M5S abbiamo supportato l’emendamento che chiede di prestare attenzione al ruolo attribuito alle donne nei programmi televisivi, assicurando che la loro dignità venga rispettata e che non vengano proposti agli spettatori degli stereotipi. Anche qui, vittoria: così pure é stata accolta la nostra “filosofia” che la donna va sempre, comunque e ovunque protetta dalla violenza domestica. Le votazioni sugli emendamenti hanno infatti inserito nel “tarabellum” la raccomandazione di prestare alle donne migranti senza documenti che sono vittima di violenze la stessa identica assistenza assicurata alle donne regolari; approvato anche il concetto che a nessuno passi neanche per la testa di cogliere l’occasione per segnalarle alle autorità come clandestine.
Vari emendamenti – tutti respinti anche grazie al nostro voto – hanno invano cercato di eliminare dal “Tarabellum” i riferimenti all’importanza che ogni donna abbia un forte controllo sul proprio corpo, decida autonomamente se usare contraccettivi o interrompere una gravidanza indesiderata e possa agire senza ostacoli conformemente alle sue decisioni.
LE COMPETENZE UE SU SANITA’ E DIRITTI
Una nota da sottolineare è che questo parlamento così incline ad assegnare sempre maggiori poteri e sempre maggiore autorità alla UE ha cancellato dal “Tarabellum” il passaggio che chiedeva di dare all’Unione Europea più competenze in materia di salute e diritti sessuali. Anche noi eurodeputati del M5S abbiamo votato contro questo ampliamento dei compiti UE dato che i trattati prevedono l’autonomia degli Stati Membri e noi per molte cose siamo a favore delle sovranità nazionali. Ma abbiamo votato a favore degli emendamenti che prevedessero una normativa UE a favore della libertà sessuale e riproduttiva che sono diritti il cui esercizio non può essere assolutamente subordinato alle singole normative sanitarie nazionali.
Sarebbe invece estremamente rischioso (oltre che non previsto appunto dai trattati attualmente in vigore) consentire a questa Unione Europea, che ha ormai ben poco di sociale, di imporre direttive relative alla sanità. L’impianto attuale della UE è guidato dal mercato e alla concorrenza e applicare la sua “filosofia” al campo alla salute significherebbe in concreto privatizzare (fondamentalmente: si cura, o si cura meglio, solo chi può pagare) e mettere al centro dei servizi sanitari il profitto, non i diritti o i bisogni della persona umana. Già in Italia, come in altri Paesi Membri, la protezione della salute vacilla pericolosamente in seguito alle politiche europee di austerity, le quali con i tagli lineari stanno smantellando il nostro, un tempo avanzatissimo, Servizio Sanitario Nazionale.
GLI EFFETTI DELL’AUSTERITY SULLA PARITA’ DI GENERE
Il già citato comunicato stampa del Parlamento Europeo relativo al voto del “Tarabellum” riconosce che il lavoro part time é così diffuso fra le donne perché i costi dei servizi per l’infanzia sono troppo elevati: basti pensare – aggiungo – alle rette e alle interminabili liste d’attesa degli asili nido pubblici italiani. Già le donne sono pagate meno degli uomini e in questi tempi i lavori con uno stipendio dignitoso sono rari: è un implicito invito alle donne a rimanere a casa per prendersi cura dei figli. Quando, anzichè un bambino, c’è in famiglia una persona invalida o anziana, i tagli alla spesa sociale producono il medesimo effetto sulle donne. Insomma: l’austerity non è solo inutile e dannosa in sè. Aumenta anche la disparità di genere. Cercheremo di spiegarlo a questa UE schizofrenica…