Gas serra ed ETS. La commissione ITRE sconfigge con voto bipartisan una porcheria ecologica
In questo caso si è formata una inedita convergenza del voto contrario di: Front National (estrema destra), GUE (estrema sinistra), Verdi, Lega, EFDD (UKIP e M5S), una parte di ALDE (liberali) e SD (centro sinistra).
Di rado, qui al Parlamento Europeo, viene sconfitto il Partito Popolare, che costituisce il gruppo più numeroso. Di rado si rompe il patto di alleanza che lega Popolari, S&D e ALDE. Di rado, infine, vengono sconfitte le porcherie ecologiche. Eppure stavolta sono accadute tutte e tre le cose, ed il nostro voto é stato tra quelli decisivi. Il Partito Popolare é stato sconfitto di misura in commissione ITRE perché appoggiava una porcheria ecologica relativa ai permessi di emettere anidride carbonica, il principale gas dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici.
La settimana scorsa, la commissione ITRE ha respinto il parere formulato da Antonio Tajani (eletto in Forza Italia, che qui a Bruxelles fa parte del Partito Popolare) sulla proposta della Commissione Europea per riformare le ETS (emissions trading system), il sistema europeo che dovrebbe contenere le emissioni di anidride carbonica ponendo ad esse un “tetto” massimo e promuovendo la compravendita di quote di emissioni all’interno di questo stesso “tetto”. Dovrebbe contenere le emissioni, ho scritto: il sistema non funziona, e non solo perchè trasforma i gas serra in un prodotto finanziario (è l’ennesimo atto di fede dell’UE nel mercato, che sarebbe in grado di salvarci perfino dai cambiamenti climatici). Non funziona – dal punto di vista meramente tecnico – perchè l’UE concede alle aziende e alle centrali elettriche troppi permessi gratuiti di emissioni, anche (ma non solo) per prevenire la delocalizzazione. Risultato: ora emettere una tonnellata (tonnellata!) di anidride carbonica costa appena 7 euro circa. Sparare nell’atmosfera anidride carbonica a palla è più conveniente che adottare gli accorgimenti e le tecnologie necessarie per ridurre le emissioni.
Visto che il mercato delle ETS non funziona – dicevo – la stessa Commissione Europea ha avviato il processo legislativo per riformarlo. Ha proposto che con il 2021 (campa cavallo!) entri in vigore un meccanismo automatico chiamato “market stability reserve”. Qesto meccanismo dovrebbe ritirare dal mercato un certo numero di quote di emissione quando il loro prezzo diventa troppo basso e – simmetricamente – dovrebbe immettere sul mercato delle quote di emissione quando il prezzo diventa troppo alto. La commissione ITRE, la scorsa settimana, era chiamata ad esprimere il proprio parere sulla proposta: il relatore – appunto Tajani – chiedeva in sostanza di ammorbidire ulteriormente la già morbidissima riforma della Commissione Europea. Ma la commissione ITRE, al momento di votare, ha bocciato 32-30 la proposta di Tajani: si é rotto per una volta il grande inciucio europeo, cioè il patto di ferro fra Popolari (centrodestra), S&D (centrosinistra) e i liberali di ALDE. Il fatto straordinario che in questa occasione si è formata una inedita convergenza del voto contrario di: Front National (estrema destra), GUE (estrema sinistra), Verdi, Lega, EFDD (UKIP e M5S), una parte di ALDE (liberali) e SD (centro sinistra).
Risultato pratico? La commissione ITRE non ha fornito un parere sulla proposta della Commissione Europea a proposito della riforma delle ETS. La commissione ITRE si occupa di industria e tende ad esprimere posizioni più favorevoli all’industria stessa rispetto a quelle dell’intero Parlamento Europeo (all’interno della commissione ITRE ci sono ovviamente alcune eccezioni, ed io sono tra queste); la mancata opinione di ITRE sulla riforma delle ETS lascia dunque il campo libero al parere che uscirà dalla commissione ENVI (ambiente), al cui interno la sensibilità ecologica é più elevata rispetto alla media del Parlamento Europeo. In seguito, sulla base del parere di ENVI, toccherà all’intero Parlamento Europeo esprimersi sulla proposta della Commissione Europea relativa alla riforma delle ETS e poi proseguirà la procedura legislativa, della quale purtroppo il Parlamento Europeo – l’unico eletto dai popoli – non é il solo protagonista. Ma tanto per cominciare qui a Bruxelles sono stati sconfitti contemporaneamente il gruppo politico più numeroso, sia l’alleanza di cui esso fa parte, sia una porcheria ecologica.