Infrastrutture per l’energia, l’aula di Strasburgo si è fossilizzata

Il Parlamento Europeo ha votato questo dicembre per una pioggia di denaro sulla realizzazione, fra il 2021 e il 2027, di grandi opere che prolungheranno la dipendenza dalle fonti fossili. Una decisione che fa a pugni con con gli obiettivi UE per clima ed energia. È un’Europa davvero schizofrenica

AGGIORNAMENTO – A proposito del 5G (una delle infrastrutture finanziate), un comitato scientifico della Commissione Europea, nel gennaio 2019, ha espresso lo stesso stesso invito alla cautela contenuto nei nostri emendamenti bocciati in plenaria. In fondo alla pagina il link allo studio e i nomi degli eurodeputati italiani che hanno contribuito a bocciare gli emendamenti

Infrastrutture per connettere l’Europa nei settori energia, trasporti e digitale: durante l’ultima assemblea plenaria di dicembre il Parlamento Europeo ha letteralmente preso a pugni gli obiettivi UE per clima ed energia che esso stesso, solo poco tempo fa, ha approvato.

L’aula di Strasburgo ha infatti detto sì ad una relazione che distribuisce miliardi e miliardi di finanziamenti, nel periodo 2021-2027, a  grandi infrastrutture transnazionali per l’energia in larga parte basate sui combustibili fossili: i gasdotti fanno la parte del leone e c’è ampio spazio per il CCS, il costoso tentativo di spedire sottoterra i gas dell’effetto serra che si sprigionano in seguito all’uso dei combustibili fossili. Un tentativo che equivale a nascondere la polvere sotto il tappeto e la cui praticabilità economica, efficacia ed assenza di rischi vari è assai discutibile e mai dimostrata.

Oltre ai finanziamenti delle infrastrutture per l’energia, il “pacchetto” approvato a Strasburgo comprende anche finanziamenti per infrastrutture transnazionali dei trasporti e della connettività digitale, fra cui le connessioni 5G senza una minima basilare presa in considerazione (in dettaglio più avanti nel post) del sacrosanto principio europeo di precauzione. Rischiamo infatti di creare un’inondazione di campi elettromagnetici e gli scienziati hanno già messo in guardia rispetto agli effetti che questo potrà avere su salute ed ambiente.

43 miliardi per le infrastrutture dell’energia, dei trasporti e della connettività digitale

Complessivamente, i finanziamenti per le infrastrutture destinate a connettere l’Europa ammontano ad oltre 43 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Con questo denaro l’UE co-finanzierà opere in parte già decise e in parte ancora da scegliere.

La gran parte del denaro – circa 30 miliardi – è destinata a contribuire alla realizzazione e all’ampliamento dei “corridoi” della rete di trasporti TEN-T, adeguandoli anche alle necessità del trasporto militare. Di TEN-T fa parte il TAV Torino-Lione, nel cosiddetto “corridoio mediterraneo”. Con la collega Rosa D’Amato ho presentato in plenaria un emendamento per cancellare la Torino-Lione dalla rete TEN-T, ma l’aula l’ha respinto.

Per le infrastrutture dedicate all’energia sono stanziati 7,6 miliardi: qui l’elenco delle opere già inserite nel programma; altre se ne aggiungeranno. Tre miliardi, infine, per i progetti  relativi ad infrastrutture dedicate alla connettività digitalequi i finanziamenti già allocati.

Per un pugno di voti non abbiamo potuto raddrizzare i finanziamenti nelle commissioni parlamentari

Il dossier sui finanziamenti alle infrastrutture è conosciuto come CEF: l’acronimo sta per “Connecting Europe Facilities”, espressione che viene tradotta spesso come “meccanismo per connettere l’Europa”. L’esame del CEF all’interno delle commissioni parlamentari congiunte ITRE (energia, industria, ricerca) e TRAN (trasporti e turismo), che ha preceduto il passaggio in plenaria, non ci ha consentito di correggere il difetto capitale della proposta della Commissione Europea, ovvero la realizzazione di infrastrutture per l’energia che prolungano la dipendenza dalle fonti fossili.

Il nostro vano tentativo di far applicare il principio di precauzione al 5G

Per un pugno di voti le commissioni parlamentari ITRE e TRAN non hanno approvato i nostri emendamenti che avrebbero tagliato i fondi ai combustibili fossili (fatte salve solo le opere ormai quasi concluse) per dare così ampio spazio alle infrastrutture dedicate energie rinnovabili. Hanno fatto la stessa fine anche gli emendamenti per applicare il principio di precauzione all’approccio alle infrastrutture per la connettività 5G. Gli emendamenti sono da cercare all’interno di questi documenti (1, 2, 3, 4, 5) con parola chiave “Tamburrano”.

Piccola vittoria. Fra due anni i finanziamenti dovranno essere rivisti per allinearli agli obiettivi UE su clima ed energia

In plenaria è stato possibile ottenere qualcosa di più. I miglioramenti introdotti a Strasburgo riguardano l’aumento della percentuale del budget dedicato ai progetti transfrontalieri in materia di rinnovabili: passa al 20% mentre in precedenza era previsto che raggiungesse al massimo il 15%. Significa sottrarre denaro alle fonti sporche di energia.

Soprattutto, è stato approvato il nostro emendamento in base al quale gli orientamenti per le infrastrutture trans-europee dell’energia dovranno essere rivisti nel 2020-21 per allinearli agli obiettivi UE relativi a clima ed energia, che sono il 32% di rinnovabili entro il 2030 e la decarbonizzazione a lungo termine, e per integrarli con il principio che mette l’efficienza energetica al primo posto.

Sono stati bocciati per pochi voti in plenaria i nostri emendamenti con i quali (come già in commissione) abbiamo tentato di introdurre il principio di precauzione nella pianificazione delle infrastrutture digitali (il 5G ed i punti pubblici Wi-Fi) e di escludere petrolio e CCS dai finanziamenti per le infrastrutture dell’energia: se fossero stati approvati il flusso di denaro si sarebbe invece concentrato su infrastrutture per le rinnovabili, efficienza energetica, elettrificazione e reti elettriche smart e sarebbe rimasta giusto qualche risorsa solo per completare le infrastrutture legate al gas in via di completamento.

La piccola vittoria della revisione, fra un paio d’anni, dei finanziamenti per le strutture dell’energia non consente di dare un giudizio positivo sull’intero pacchetto.

Sulla base di quanto approvato in plenaria, ora il Parlamento Europeo condurrà il trilogo con il consiglio UE (l’altro co-legislatore europeo) durante il quale i finanziamenti per le infrastrutture destinate a connettere l’Europa assumeranno la veste definitiva.

AGGIORNAMENTO- Il comitato scientifico della Commissione europea ci dà ragione sul 5G

Nel gennaio 2019, il comitato scientifico SCHEER della Commissione europea (Comitato Scientifico sui Rischi Sanitari ed Ambientali Emergenti) ha invitato alla cautela di fronte al 5G, dal momento che non sono stati sufficientemente studiati i suoi effetti sulla salute, sull’ambiente e sugli animali. E’ scritto – con tanto di referenze scientifiche – alle pag. 14 e 15 della presa di posizione a proposito di 14 questioni salite alla ribalta durante il 2018.

Questo autorevole parere dà ragione ai nostri emendamenti presentati in plenaria per applicare il principio di precauzione al 5G. Lo dedichiamo agli eurodeputati italiani (e non solo italiani…) che invece li hanno bocciati. Ecco i loro nomi, preceduti dal partito politico nelle cui liste sono stati eletti: va da sé che l’intero M5S  ha votato a favore.

I nomi degli italiani che invece ci hanno dato torto

Emendamento 84 sul 5G (il terzo in questo documento). Contrari: (Forza Italia) Remo Sernagiotto, Salvatore Cicu, Alberto Cirio, Elisabetta Gardini, Barbara Matera; (Sudtilorer Volkspartei) Herbert Dorfmann; (Nuovo Centrodestra – Unione di centro) Giovanni La Via; (Lega Nord) Massimiliano Salini; (Partito Democratico) Goffredo Bettini, Simona Bonafè, Mercedes Bresso, Renata Briano, Nicola Caputo, Caterina Chinnici, Silvia Costa, Andrea Cozzolino, Nicola Danti, Paolo De Castro, Isabella De Monte, Giuseppe Ferrandino, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Luigi Morgano, Antonio Panzeri, Massimo Paolucci, David Sassoli, Patrizia Toia, Flavio Zanonato, Damiano Zoffoli.

Emendamento 85 sul 5G (il quarto in questo documento). Contrari: (Forza Italia) Remo Sernagiotto, Salvatore Cicu, Alberto Cirio, Elisabetta Gardini, Barbara Matera;(Sudtilorer Volkspartei) Herbert Dorfmann; (Nuovo Centrodestra – Unione di centro) Giovanni La Via; (Lega Nord) Massimiliano Salini; (Partito Democratico) Simona Bonafè, Mercedes Bresso, Renata Briano, Nicola Caputo, Caterina Chinnici, Silvia Costa, Andrea Cozzolino, Nicola Danti, Paolo De Castro, Isabella De Monte, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Luigi Morgano, Antonio Panzeri, Massimo Paolucci, David Sassoli, Patrizia Toia, Flavio Zanonato, Damiano Zoffoli

Emendamento 87 sul 5G (il secondo in questo documento). Contrari: (Forza Italia) Stefano Maullu, Remo Sernagiotto, Salvatore Cicu, Alberto Cirio, Elisabetta Gardini, Barbara Matera; (Sudtilorer Volkspartei) Herbert Dorfmann; (Nuovo Centrodestra – Unione di centro) Giovanni La Via; (Lega Nord)  Massimiliano Salini;(Partito Democratico) Goffredo Bettini, Simona Bonafè, Mercedes Bresso, Renata Briano, Nicola Caputo, Caterina Chinnici, Silvia Costa, Andrea Cozzolino, Nicola Danti, Isabella De Monte, Giuseppe Ferrandino, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Luigi Morgano, Alessia Mosca, Massimo Paolucci, Giuseppina Picierno, David Sassoli, Elly Schlein, Patrizia Toia, Flavio Zanonato, Damiano Zoffoli.

Emendamento 88 sul 5G (il terzo in questo documento). Contrari: (Forza Italia) Stefano Maullu, Remo Sernagiotto, Salvatore Cicu, Alberto Cirio, Elisabetta Gardini, Barbara Matera; (Sudtilorer Volkspartei) Herbert Dorfmann; (Nuovo Centrodestra – Unione di centro) Giovanni La Via; (Lega Nord) Massimiliano Salini;(Partito Democratico) Goffredo Bettini, Simona Bonafè, Mercedes Bresso, Renata Briano, Nicola Caputo, Caterina Chinnici, Silvia Costa, Andrea Cozzolino, Nicola Danti, Paolo De Castro, Isabella De Monte, Elena Gentile, Roberto Gualtieri, Luigi Morgano, Alessia Mosca, Antonio Panzeri, Massimo Paolucci, Giuseppina Picierno, David Sassoli, Patrizia Toia, Daniele Viotti, Flavio Zanonato, Damiano Zoffoli

Tutte le votazioni svoltesi il 12 dicembre sono qui. Da pag. 542 sono riportati i risultati del voto per appello nominale relativi agli emendamenti sulle infrastrutture per collegare l’Europa. Il tema è indicato come “relazione di Henna Virkkunen, Marian-Jean Marinescu, Pavel Telička”

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