IPNOSI COLLETTIVA | La frazione umida dei rifiuti

IL PROBLEMA DEI RIFIUTI: UN’IPNOSI COLLETTIVA CONTEMPORANEA

UNA SOLUZIONE RAPIDA ED ANTICA A PORTATA DI MANO: IL COMPOSTAGGIO DOMESTICO E COMUNITARIO

Quante volte ci è capitato di cercare qualcosa che beffamente era sotto i nostri occhi e, per una oscura sorta di ipnosi, non eravamo in grado di vedere fino a che placidamente qualcuno non ci ha come risvegliato con un “Ma come eccolo li’! Non lo vedi?”

Questo strano fenomeno si manifesta non solamente quando cerchiamo un oggetto sparito e non solo alle singole persone, ma è frequente anche nella ricerca delle soluzioni ai problemi che la collettività si trova a dover affrontare. Eppure le possibilità spesso sono molteplici, a volte incredibilmente semplici, quando non straordinariamente vicine, sia nello spazio, che ricercandole nelle memorie di un recente passato.

Il concetto di rifiuto è figlio della civiltà industriale allorquando la petrolchimica ha regalato nel secolo scorso la “società dell’abbondanza”. Nella ruralità invece, nella quale la comunità del comune di San Giovanni a Piro affonda le sue radici, i materiali di sintesi non biodegradabili erano inesistenti, rari o costosi. I nostri nonni, nati e cresciuti nella cultura della sobrietà, possedevano oggetti per decenni, riparandoli e destinandoli con ingegno creativo ad altri usi quando non più in grado di assolvere allo loro funzione iniziale. Medesimo meccanismo avveniva con le sostanze di scarto delle lavorazioni agricole o artigianali sopperendo alla scarsità delle risorse con la saggezza e la conoscenza di tradizioni millenarie.

E’ straordinario osservare invece quale potere sottile abbia la consuetudine nel rendere difficoltosa la riconsiderazione degli usi e dei costumi, nonostante di fronte alle nuove problematiche poste dalla cosiddetta modernità, sarebbe opportuno cambiare direzione, a volte anche percorrendo degli apparenti passi indietro nel recuperare abitudini considerate superate. Eppure nulla o molto poco assurgeva fino a pochi decenni fa allo status di “rifiuto”.

In quest’ottica si comprende come sia possibile incrementare la virtuosità del sistema cittadino lavorando sia a livello culturale che analizzando quelli che sono i cicli interni dei rifiuti, chiudendoli ed adoperandosi sull’abbattimento “ab origine” di ognuna delle singole frazioni che vengono prodotte o conferite.

Se infatti possiamo considerare la gestione porta a porta come la migliore terapia sintomatica di uno “stato patologico innaturale” (il sistema dei consumi dell’usa e getta che culmina con la produzione dei rifiuti) dobbiamo invece immaginare l’impegno sulla loro riduzione a monte come l’”eradicazione e la prevenzione permanente di una malattia”.

Per motivi di spazio ci concentreremo in questa sede solo su come abbattere il conferimento della parte umida dei rifiuti domestici dato che:

– rappresenta tra il 30 ed il 40% in peso del totale dei rifiuti casalinghi, valore che sale di molto in caso di abitazioni con giardini, aree agricole e di alcune attività commerciali dedite alla ristorazione;

– se trattata con il compostaggio domestico familiare, collettivo o comunale, la frazione umida, pur essendo la parte preponderante, è quella potenzialmente riducibile a zero in tempi brevissimi e con altrettanto rapidi ritorni economici ed ambientali.

Il compostaggio è pratica antica e collaudata e, se correttamente eseguito, con poche e semplici regole, non genera cattivi odori (invece possibili nei giorni nei quali si attende il ritiro dell’umido) e produce un eccellente ammendante per giardini e colture: incrementa la fertilità dei terreni restituendovi i nutrienti sottratti e, a differenza dei dannosi e costosi concimi di sintesi, ne migliora la struttura, trattiene meglio l’acqua, il che significa non solo dover irrigare meno, ma contribuisce ad evitare il dissesto idrogeologico; aumenta infine la salubrità, il sapore ed il valore nutritivo degli alimenti ivi prodotti.

Esistono in Italia molti piccoli centri (ad esempio Coazzolo e Castagnole delle Lanze in provincia d’Asti) che hanno avviato con successo questo sistema integrativo: le famiglie aderenti, non conferendo quasi più umido, godono di sconti sulla tassa (o tariffa) dei rifiuti ed il comune si libera di un inutile onere con ottimi risultati per il proprio bilancio e per la conseguente ridotta pressione fiscale sui residenti.

In San Giovanni a Piro vi sono molte unità residenziali e commerciali dotate di giardini, patii, terrazze ed androni per il collocamento delle compostiere, familiari o collettive. Considerate anche le radici rurali mai fortunatamente sopite, è realistico ipotizzare un’adesione di almeno il 30% delle famiglie con un risparmio a regime per le casse comunali dell’ordine delle decine di migliaia di euro annui. L’investimento iniziale per l’avvio del sistema (comunicazione e formazione dei cittadini, acquisto delle compostiere) è ammortizzabile nel giro di uno, due anni con un risultato permanente a costo finale zero e senza la necessità di ricorrere ad infrastrutture impattanti ed onerose da realizzare e manutenere.

E’ pertanto auspicabile che questa soluzione venga seriamente presa in considerazione da cittadini ed amministrazione, essendo evidente come i vantaggi potenziali collettivi per l’ambiente e l’economia siano numerosi ed alla nostra portata.

Dario Tamburrano – per il Movimento 5 Stelle Campania pubblicato sulla versione cartacea di Pyros, giornale locale di San Giovanni a Piro

 
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