Abbattimenti di alberi a Roma, ecco perchè possono essere un affare (e non solo per il legname)

Continuano gli abbattimenti di alberi a Roma, continuano le proteste dei cittadini. Uno degli ultimi casi riguarda le motoseghe in via Leone XIII.

Possibile che il verde per il quale la città era famosa se ne vada in questo modo? Il nodo potrebbe essere l’architettura dell’appalto per la manutenzione del verde pubblico varato dalla giunta Gualtieri.

Per farla breve, abbattere un albero consente con ogni probabilità di far cassa due e anche tre volte: non solo attraverso il suo legno. Roma, l’ho già fatto presente, regala alle ditte appaltatrici i residui vegetali, legname compreso. Quest’ultimo può diventare biomassa energetica: un fatto che a mio avviso contrasta con la legislazione UE.

In fondo a questo post le istruzioni per scaricare i documenti relativi all’appalto per la manutenzione del verde pubblico di Roma. L’appalto è diviso in 15 lotti. Tutti hanno regole comuni.

Una di queste regole è che le ditte appaltatrici vengono pagate a misura. Significa che non ricevono una cifra prestabilita. Il loro compenso è invece commisurato alle prestazioni effettuate e al prezzo di ciascuna di esse, pattuito attraverso la gara d’appalto.

Tocca ai funzionari comunali richiedere le prestazioni alle ditte. Esisteranno – non ho alcuna ragione per dubitarne – regole severe per evitare discrezionalità e favori, e queste regole saranno anche severamente applicate.

Ma c’è una cosa alla quale un’amministrazione comunale, che si tratti o meno di Roma, ben difficilmente dice di no. Si tratta degli interventi relativi alla messa in sicurezza.

In base all’appalto per la manutenzione del verde pubblico di Roma, le ditte appaltatrici sono tenute a segnalare al Comune gli alberi instabili, e dunque pericolosi: il loro destino di solito è l’abbattimento. Però le ditte non sono obbligate ad effettuare test strumentali sugli alberi instabili. Se anche li effettuano, non sono obbligate a comunicarne i risultati.

Dopodiché possono partire le motoseghe. Se in base alle regole generali dell’appalto vengono pagate le singole prestazioni, anche l’abbattimento di un albero costituisce una prestazione. Qui il registratore di cassa può scattare per la prima volta.

Sempre in base alle regole generali dell’appalto, il Comune regala alla ditta appaltatrice il legno dell’albero abbattuto. Ma si può dubitare che la ditta appaltatrice regali a sua volta il legno: ed è il secondo verosimile scatto del registratore di cassa.

Il Governo italiano infatti, con un decreto, ha inserito i residui della manutenzione del verde pubblico e privato fra i materiali che è possibile bruciare negli impianti a biomassa per produrre energia elettrica con gli incentivi riservati alle energie rinnovabili.

Questo decreto, a mio avviso, è in contrasto con la legislazione UE: una mia interrogazione in proposito è ancora in attesa di risposta. Tale decreto rende appetibile il legname degli alberi urbani.

Abbattuto un albero, avviato al suo destino il legname, c’è probabilmente ancora una cosa da fare: sostituirlo. Così prevede, almeno, l’articolo 41 del regolamento del verde.

La sostituzione di un albero abbattuto è una prestazione delle ditte appaltatrici. E rappresenta anche il terzo verosimile scatto del registratore di cassa.

I documenti dell’appalto per la manutenzione del verde pubblico di Roma sono scaricabili da una sezione del sito del Comune. Non hanno un link proprio: per trovarli tutti, impostare l’interrogazione del sistema sugli appalti scaduti ed inserire un CIG (Codice Identificativo di Gara) corrispondente ad uno qualsiasi dei 15 lotti. È sufficiente ad esempio quello del lotto A: 96908072EC. In risposta, compare una mascherina che offre la possibilità di scaricare i documenti: non soltanto qelli relativi al lotto in questione.

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