Le nocciole del Lazio e i fondi UE per il biologico sono come la mela e il serpente nel giardino dell’Eden? È il senso di un’interrogazione presentata dall’europarlamentare Dario Tamburrano, M5S, a proposito delle centinaia di ettari recentemente trasformati in noccioleti sull’altopiano dell’Alfina.
“I noccioleti diventano produttivi dopo cinque anni, durante i quali i pesticidi di sintesi sono sostanzialmente inutili. Per i medesimi cinque anni è possibile ottenere fondi UE a sostegno della conversione all’agricoltura biologica”, spiega Tamburrano.
“Non voglio fare il processo alle intenzioni. Ma – a quanto si legge – una volta intascati gli aiuti UE per passare al biologico, i coltivatori di nocciole dell’Alfina sono fortemente tentati dall’agricoltura convenzionale: altrimenti sarebbe praticamente impossibile ottenere frutti esenti da punture di insetti nella misura richiesta dai contratti di coltivazione diffusi in quella zona”.
Nell’interrogazione, Tamburrano domanda alla Commissione europea se è al corrente delle tentazioni cui sono esposti i coltivatori dei giovani noccioleti sull’Alfina e cosa intende fare per impedire che cedano ad esse. Domanda anche se è lecito ricevere i fondi europei per il biologico solo nel periodo in cui le colture sono improduttive e poi passare all’agricoltura convenzionale.