Efficienza energetica: Strasburgo cala le brache e difende il patto di stabilità

Con il passaggio nell’assemblea plenaria, obiettivo al 2030 passa dal 40% al 35%. Non passa nostra proposta per esentare dal patto di stabilità gli investimenti in efficienza energetica.

Era e rimane poco efficiente la nuova direttiva UE sull’efficienza energetica sulla quale l’assemblea plenaria del Parlamento Europeo ha votato il 17 gennaio. Ci siamo astenuti: il testo approvato a Strasburgo ha apportato, é vero, alcuni miglioramenti alla proposta legislativa della Commissione Europea, ma questi miglioramenti rappresentano un passo indietro rispetto a ciò che il Parlamento Europeo stesso aveva chiesto in precedenza e non sono sufficienti per garantire che l’UE risparmi la quantità di energia (e le emissioni conseguenti) necessaria per rispettare gli accordi di Parigi sul clima.

In particolare, il 17 gennaio il Parlamento Europeo ha abbassato al 35% il target di efficienza energetica da raggiungere entro il 2030 a livello UE. Meglio del misero 27% contenuto nella proposta della Commissione Europea, ma peggio del 40% che il Parlamento europeo aveva indicato  in plenaria due anni fa (é il livello necessario per attuare gli accordi di Parigi) e che la commissione ITRE ha ribadito nel novembre scorso. Inoltre questo 40% di efficienza energetica era accompagnato da target nazionali vincolanti, che invece mancano nel testo approvato in plenaria.

NON PASSA LA NOSTRA PROPOSTA DI ESENTARE DAL PATTO DI STABILITA’ GLI INVESTIMENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA

Altro elemento di insoddisfazione: abbiamo presentato anche in plenaria l’emendamento per esentare dal patto di stabilità gli investimenti per l’efficienza energetica (é il primo di questo elenco), ma é stato bocciato, come già lo era stato  in commissione ITRE: in plenaria ha raccolto 241 voti a favore, 376 voti contrari e 57 astensioni. I nomi sono alle pagine 73-74 del verbale della seduta. In linea di massima e pur con eccezioni personali, si sono schierate per il no tutte le forze di centrodestra ed i liberali dell’ALDE.

Nel testo approvato a Strasburgo ci sono comunque elementi non negativi ed addirittura positivi, anche se questi ultimi non sono così numerosi e significativi da indurci ad appoggiare il testo. L’obbligo di risparmiare energia diventa più robusto di quanto lo fosse nella proposta della Commissione Europea: il risparmio energetico deve essere pari all’1,5% all’anno e nel suo calcolo deve essere inclusa anche l’energia usata per i trasporti; ogni misura adottata per risparmiare energia deve garantire risparmi davvero utili per raggiungere l’obiettivo al 2030 ed aggiuntivi rispetto agli anni precedenti; pur a fronte di questi maggiori obblighi, non aumentano i margini di flessibilità lasciati agli Stati membri per ridurre i risparmi richiesti.

Così come gli altri due testi del pacchetto energia votati il 17 gennaio in plenaria (nuova direttiva rinnovabili e regolamento per la governance dell’Unione dell’energia), la direttiva per l’efficienza energetica sarà ora oggetto di un trilogo, cioé di una trattativa fra il Parlamento Europeo ed il Consiglio UE, l’altro co legislatore europeo durante la quale assumerà l’aspetto definitivo.

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