Nella commissione ITRE del Parlamento Europeo, i nostri voti sono stati determinanti per approvare il target obbligatorio del 40% entro il 2030 e gli investimenti in efficienza energetica come “investimenti infrastrutturali”
Abbiamo raddrizzato la nascente direttiva sull’efficienza energetica introducendo un target UE pari al 40% entro il 2030 accompagnato da target nazionali vincolanti. I voti del M5S sono stati decisivi nella commissione ITRE (energia e industria) del Parlamento Europeo, che ieri, martedì, ha approvato le modifiche alla proposta legislativa della Commissione Europea.
Avevamo di fronte al voto due serie contrapposte di emendamenti. La prima serie, sostenuta dalle forze politiche di centrodestra e di destra (PPE, ECR, ENF), avrebbe trasformato in un fantasma il risparmio di energia che l’UE sarà tenuta a raggiungere. Di strettissima misura é stata invece approvata la seconda serie di emendamenti: quelli formati da socialisti, liberali (ALDE), verdi e sinistra (GUE), e noi e che rispecchiano quasi tutte le nostre richieste e cancellano le scappatoie per aggirare i target.
Il M5S con i suoi tre voti é stato l’ago della bilancia fra i due schieramenti ed è riuscito a far votare a maggioranza un nostro emendamento che prevede che gli investimenti in efficienza energetica possano essere considerati “investimenti infrastrutturali”.
I RISPARMI OBBLIGATORI DI ENERGIA
Il testo uscito dalla votazione non é ancora disponibile on line. Rappresenta la prima presa di posizione del Parlamento Europeo nell’iter legislativo per varare la direttiva destinata a prendere il posto di quella del 2012. Il target vincolante del 40% di efficienza energetica entro il 2030 che siamo riusciti ad introdurre é indispensabile per rispettare gli accordi di Parigi sul clima: assolutamente insufficiente, invece, lo striminzito 27% contenuto nella proposta della Commissione Europea, tanto più che non era accompagnato da target nazionali vincolanti. Il target del 40% significa che bisogna:
- ridurre del 34% il consumo di energia primaria (é la disponibilità di energia offerta dalle varie fonti, come ad esempio il sole ed il carbone; questa energia non è immediatamente disponibile ma, per essere utilizzata, deve essere trasformata in energia elettrica, rispettivamente, dai pannelli fotovoltaici e dalle centrali termoelettriche; un altro esempio: l’energia primaria del petrolio, per essere utilizzata, deve essere trasformata in benzina)
- ridurre del 31% il consumo di energia finale (é l’energia primaria trasformata e trasportata presso gli utenti)
I risparmi nel consumo finale di energia dovranno essere pari almeno all’1,5% all’anno; potranno essere utilizzati per raggiungere l’obiettivo anche quelli realizzati nel settore dei trasporti. Noi avevamo chiesto il 2% di risparmi all’anno, ma é stato già difficile ottenere almeno l’1,5%, rispetto al quale – una buona cosa – non saranno più possibili margini di elasticità né trucchetti di alcun genere: nemmeno quello di comprendere nel calcolo i risparmi di energia ottenuti per effetto di altri obblighi legislativi.
ESENTARE DAL PATTO DI STABILITA’ DEGLI INVESTIMENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA: INSISTEREMO IN PLENARIA
Nelle prossime settimane l’assemblea plenaria del Parlamento Europeo si dovrà esprimere sulla direttiva efficienza energetica a partire da ciò che è stato approvato martedì in commissione ITRE. In quella sede saranno possibili ulteriori emendamenti.
Noi riproporremo quelli che esentano gli investimenti per l’efficienza energetica dal rispetto del patto di stabilità e crescita: in commissione sono stati bocciati per tre voti, davvero per un soffio, vuol dire che i tempi vanno maturando.
Sempre in vista della plenaria, ci accingiamo a presentare emendamenti qualora sia necessario affrontare un’altra questione irrisolta: il testo approvato dalla commissione ITRE riscrive in gran parte – ma non completamente – la relazione sulla direttiva dell’efficienza energetica uscita dalla penna del socialista Adam Gierek, autore di un testo talmente “triste” da indurre i suoi stessi compagni di schieramento ad ammutinarsi. Sarà pertanto necessaria un’attentissima analisi per capire se sono sopravvissuti dettagli della relazione originaria in grado di minare o annacquare gli emendamenti approvati in commissione ITRE, in modo che sia possibile chiedere all’assemblea plenaria di correggerli.
I PASSI SUCCESSIVI
Il passaggio in plenaria della direttiva per l’efficienza energetica avverrà presumibilmente in gennaio. Il testo che verrà approvato in quell’occasione servirà come base per i negoziati con il Consiglio UE – l’altro co legislatore europeo – durante i quali nascerà la versione definitiva della direttiva stessa.
Come sempre vi terremo costantemente informati.