L’UE e l’euro come Guantanamo. Ieri notte hanno fatto il waterboarding a Tsipras

L’UE e l’euro sono come Guantanamo. Per far capitolare la Grecia ieri notte hanno usato il waterboarding: non é un’espressione inventata dai giornalisti ma il vocabolo scelto da un funzionario europeo. Il waterboarding è una tortura. Qualsiasi scelta di Tsipras sarebbe stata sbagliata. Gli sono state poste due alternative inaccettabili: o una dose veramente da cavallo di austerity per aprire i negoziati che consentiranno alla Grecia di rimanrere nell’euro, ricevere nuovi prestiti ed evitare un altro default, o uscire dall’euro con un sistema bancario in meltdown (il famoso coltello puntato alla sua gola dalla BCE, Banca Centrale Europea), cosa cui sarebbe stato contrario perfino Varoufakis che – pare – fu silurato perché voleva introdurre in Grecia una valuta parallela all’euro.

 Così la Grecia, se vuole sperare di ricevere 86 miliardi, dovrà approvare entro tre giorni sanguinose “riforme” in Parlamento ed accettare che beni dello Stato vengano messi “sotto sequestro” come garanzia della restituzione del denaro. Ma la cosa peggiore di tutte é l’intenso waterboarding che Tsipras ha subito durante l’eurogruppo di Bruxelles prima di dire di sì. Waterboarding mentale: l’aggettivo non modifica la sostanza. Merita pubblicare lo screenshot dell’annuncio dato dal quotidiano britannico Guardian durante la sua copertura live del vertice eurogruppo

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“Un funzionario europeo: Tsipras sottoposto a waterboarding mentale sulle riforme. Alex Tsipras ha subito un trattamento molto duro durante il suo incontro con Tusk, Merkel ed Hollande, riferisce il nostro giornalista Ian Traynor. Gli é stato detto che o la Grecia diventerà un effettivo custode dell’euro, acconsentendo ad attuare rapide riforme questa settimana, o uscirà dall’euro ed assisterà al collasso delle sue banche. Un funzionario europeo ha chiamato questo trattamento ‘intenso waterboarding mentale’ con l’obiettivo di riportare nei ranghi il primo ministro greco. Un’immagine sgradevole, che sottolinea esattamente come siamo finiti lontani da quelle regole europee di solidarietà ed unità”. Segue il tweet con cui Ian Traynot ha comunicato l’evento ai colleghi.

E se la Grecia avesse resistito al waterboarding, se avesse trovato la forza di dire No? L’ex ministro Varoufakis, due giorni prima di questo infame accordo, ha tratteggiato le conseguenze di un’uscita improvvisa dall’euro in un articolo a sua firma sul Guardian. Secondo lui

To exit, we would have to create a new currency from scratch. In occupied Iraq, the introduction of new paper money took almost a year, 20 or so Boeing 747s, the mobilisation of the US military’s might, three printing firms and hundreds of trucks. In the absence of such support, Grexit would be the equivalent of announcing a large devaluation more than 18 months in advance: a recipe for liquidating all Greek capital stock and transferring it abroad by any means available

Ovvero: Per uscire, dovremmo creare una nuova moneta da zero. Nell’Iraq occupato, per introdurre una nuova carta moneta sono stati necessari quasi un anno, una ventina di Boeing 747, la mobilitazione della potenza dell’esercito statunitense, tre aziende di stampa e centinaia di autocarri. In assenza di un simile supporto, il Grexit sarebbe come annunciare una forte svalutazione con oltre 18 mesi di anticipo: la prescrizione di liquidare tutto il capitale sociale greco e trasferirlo all’estero con ogni mezzo disponibile.

O la padella dell’austerity o la brace del meltdown economico. Queste sono le scelte offerte da Bruxelles, la Guantanamo d’Europa che – dal canto suo – ha una predilezione per l’austerity e per farti dire di sì usa perfino il waterboarding.

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