Grecia, vertice notturno dei pezzi da 90. Il “piano B” è la caduta del governo Tsipras

Merkel, Draghi, Lagarde… I pezzi da 90 hanno dedicato un vertice notturno alla Grecia. Risultato? Probabilmente alla Grecia verrà offerto qualche modesto finanziamento che le consentirà di campare per un altro po’ di tempo. La prospettiva a medio termine infatti sembra essere cambiata: adesso a Bruxelles si guarda ad elezioni anticipate per eliminare Tsipras, il primo ministro anti austerity, come ha suggerito sabato il quotidiano La Stampa aggiungendo che c’é un precedente italiano: il passaggio dei poteri fra Berlusconi e Monti. Anche gli analisti delle banca d’affari Goldman Sachs dicono che per superare lo stallo nelle trattative é necessario in Grecia un nuovo governo.

La testata conservatrice on line Politico, solitamente ben informata, é fra le poche a fornire indicazioni sull’esito del vertice notturno fra i pezzi da 90: sarebbe emersa la linea di tenere a galla la Grecia per tutta l’estate, continuando intanto le trattative per le condizioni del salvataggio definitivo. E, si sa, per UE e Fondo Monetario Internazionale queste condizioni non possono prescindere dall’austerity che invece gli elettori greci hanno deciso di rifiutare.

Intanto, a quel che dice il quotidiano La Stampa, il “piano B” per la Grecia che recalcitra di fronte all’austerity é già tratteggiato:

anche oltre la scadenza di fine giugno, ci sarebbe la possibilità di salvare la Grecia. Nel “piano B” il fondo salva-Stati Esm si incaricherebbe di rimborsare i prestiti dovuti a Bce e Fmi. Nell’immediato i 7 miliardi che la Grecia deve alla Bce tra luglio e agosto e i 1,6 miliardi che deve al Fmi. La Bce riprenderebbe a fare da scudo alle banche: non solo riavviando l’Ela, ma alzando il tetto per i T-bill, per consentire alle banche di comprare titoli di Stato greci a breve. Quanto a stipendi e pensioni, Atene potrebbe essere in grado, se la si sollevasse dalle scadenze, di farvi fronte da sola. Il problema di questo “piano B” è uno solo, ma grande come una casa. Presupporrebbe un passo indietro di Tsipras, che dovrebbe accettare elezioni anticipate o un governo tecnocratico. In un Paese uscito solo 40 anni fa dalla dittatura dei colonnelli. Varie fonti evocano un precedente: il passaggio tra Berlusconi e Monti, quando anche l’Italia fu lambita dallo spettro di un default. Ma allo scenario manca un dettaglio non irrilevante, per mandare in porto l’operazione. Un mediatore fuoriclasse come Giorgio Napolitano

Alla faccia, ovviamente, della volontà dei cittadini greci. Anche Goldman Sachs guarda alla Grecia in questa prospettiva, in cui però inserisce un default “educativo” nei confronti dell’elettorato. Si desume da un documento dei suoi analisti non reperibile on line ma il cui contenuto può essere ricavato da un tweet e da un riassunto pubblicato dal quotidiano britannico Guardian. Senza un accordo con UE e Fondo Monetario internazionale, la Grecia si troverà presto senza soldi

Facing this reality, a new political mandate ­­ and thus a new government, a referendum or new elections ­­ will be required in Greece.

Not only is it possible that we may need to see sovereign technical default and/or blocked Greek bank deposits in order to come to an accommodation between Greece and its official creditors, it may be necessary to do so in order to break the current impasse in negotiations

“Di fronte a questa realtà, sara necessario in Grecia un nuovo mandato politico e quindi un nuovo governo, un referendum o nuove elezioni. Non solo é possibile che noi possiamo assistere a un default tecnico e-o al blocco dei depositi bancari greci al fine di raggiungere un accordo fra la Grecia e i suoi creditori ufficiali: può essere necessario farlo al fine di superare lo stallo nei negoziati”.

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