Progetto dell’inceneritore di Roma, se lo costruiscono brucerà ancor più rifiuti

Sarà in grado di bruciare molti, molti più rifiuti di quanto si diceva. Il progetto dell’inceneritore di Roma voluto dal sindaco-commissario Gualtieri di fatto cambia aspetto senza alcun pubblico dibattito.

La capacità dell’impianto non è di 600.000 tonnellate all’anno (la cifra di cui si era sempre parlato), ma sale ufficialmente a 800.000 tonnellate all’anno.

Questa novità è nascosta fra le pieghe delle integrazioni alla procedura di valutazione di impatto ambientale e autorizzazione dell’inceneritore, al cui interno i singoli documenti non hanno link proprio. Viene buttata lì come se fosse un minimo dettaglio di nessun conto.

Le integrazioni sono state depositate domenica 16 novembre insieme alle misere controdeduzioni.

Le controdeduzioni sono le risposte alle decine e decine di osservazioni presentate comitati, associazioni, semplici cittadini. Sollevano i problemi dei danni ad ambiente, salute, economia ed altro che l’impianto produrrebbe. Tre osservazioni portano la mia firma insieme a quelle di Virginia Raggi, sindaca fino al 2021, e di Carla Canale, consigliera del IX Municipio.

Praticamente le controdeduzioni non rispondono a nulla. Sono poche e generiche paginette in cui, stringi stringi, si legge che gli elaborati progettuali contengono già la soluzione a tutte le questioni poste nelle osservazioni.

Neanche una parola, in particolare, sui temi sollevati dalle tre osservazioni che abbiamo presentato insieme io, Raggi e Canale. Riguardavano il percorso burocratico ad ostacoli per presentare le osservazioni stesse, il mancato rispetto (secondo noi) di una serie di leggi italiane ed europee ed i conflitti di interessi di Gualtieri.

L’UE vieta i conflitti di interesse nella valutazione di impatto ambientale. In questo caso però Gualtieri, in veste di commissario rifiuti, è chiamato ad autorizzare l’inceneritore del quale egli stesso è committente, poiché l’ha previsto nel suo piano rifiuti e ha bandito le gare per la realizzazione. Inoltre, in qualità di sindaco, Gualtieri è l’azionista di maggioranza di ACEA, l’azienda che si occupa (fra l’altro) dei rifiuti di Roma e che è la capofila del raggruppamento di imprese candidato a realizzare l’inceneritore.

Le mancate risposte alle osservazioni fanno il paio con il silenzio costante di Gualtieri, perfino di fronte ai rilievi provenienti da Bruxelles. E si armonizzano bene con le grandi novità relative al progetto dell’inceneritore di Roma buttate lì fra integrazioni come se fossero cosucce qualsiasi.

La capacità di bruciare 800.000 tonnellate di rifiuti all’anno (e non 600.000) non è l’unica sorpresa.

L’impianto per catturare l’anidride carbonica annesso all’inceneritore, ora si scopre, non è più sperimentale (come invece si era sempre detto) e, sebbene progettato per intercettare fino a 400 tonnellate di anidride carbonica all’anno, all’inizio tratterà solo 40 tonnellate all’anno.

A parte che la cattura dell’anidride carbonica non è la soluzione per contrastare la crisi climatica, le 40 tonnellate all’anno sono veramente risibili.

Infatti alla capacità di bruciare 800.000 tonnellate di rifiuti all’anno corrisponde – si stima – la capacità dell’inceneritore di emettere in atmosfera 800.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno.

Le 800.000 tonnellate sono un’enormità. Corrispondono – per fare un esempio – alle emissioni di 172.800 macchinoni americani a benzina (ben più grandi e avidi di combustibile delle auto europee) che percorrono 11.500 miglia all’anno, cioè 18.500 chilometri circa.

Le emissioni dell’inceneritore contribuiranno alla crisi climatica e all’aumento delle temperature. E costituiranno un costo a carico dei cittadini romani.

Nel luglio 2026 l’UE avvierà il processo per decidere se inserire – o meno – le emissioni degli inceneritori nel sistema ETS2. Si tratta di decidere se far pagare un prezzo agli inceneritori per ciascuna tonnellata di anidride carbonica emessa. Probabilmente sarà così, dato che le emissioni degli inceneritori sono già diventate oggetto di monitoraggio.

Il prezzo delle emissioni non è noto in anticipo. Ragionevole presumere che sarà di 80-108 euro alla tonnellata.

Significa che le 800.000 tonnellate di anidride carbonica dell’inceneritore costeranno 64-86 milioni di euro all’anno per trent’anni. La cifra sarà spalmata sulla tassa rifiuti pagata dai cittadini romani.

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