Pfizergate, von der Leyen perde il primo round. Ora l’attende un’altra grana, e piu’ grossa

Pfizergate, von der Leyen ha perso il primo round. La vicenda riguarda i messaggi che la presidente della Commissione europea ha scambiato con l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, per l’acquisto UE dei vaccini Covid. Mercoledì 14 il Tribunale dell’Unione europea ha stabilito che la Commissione europea ha avuto torto nell’impedire l’accesso a questi messaggi.

Ma altri e più importanti round attendono von der Leyen. Sui contratti UE per i vaccini indaga l’EPPO, la procura antifrode dell’Unione europea. Persegue i reati che ledono gli interessi finanziari UE. In marzo il capo dell’EPPO ha confermato che sono stati interrogati funzionari della Commissione europea.

Chissà se mai si riuscirà a capire – è questo il vero nocciolo dello scandalo Pfizergate von der Leyen – in virtù di che cosa la presidente della Commissione europea si è arrogata il diritto di negoziare personalmente con Pfizer il più grande acquisto UE di vaccini Covid. Si è trattato di 900 milioni di dosi, più un’opzione su altrettante. Totale dell’affare: 35 miliardi a carico dei contribuenti europei attraverso i Governi degli Stati membri.

A quanto si sa, nessuno ha mai incaricato von der Leyen di occuparsi di vaccini. La procedura decisa dalla Commissione europea prevedeva invece che una “squadra congiunta” (ignoti i componenti) conducesse i negoziati con le case farmaceutiche concordando il numero e il prezzo delle dosi, e che poi un “comitato direttivo” convalidasse i contratti.

Nel caso del contratto con Pfizer da 35 miliardi, Ursula von der Leyen ha condotto i negoziati di persona. Il “comitato direttivo” ha poi convalidato. Tutto questo risulta da una relazione della Corte dei conti UE sugli appalti per i vaccini Covid.

Vi si legge anche che la Corte dei conti ha chiesto invano alla Commissione europea di fornire informazioni sui negoziati con Pfizer: gli esperti scientifici consultati, i pareri ricevuti, il calendario e i verbali dei colloqui. Ha chiesto invano anche i dettagli delle condizioni concordate con Pfizer, che restano sostanzialmente segrete.

Peraltro, continuano a rimanere sostanzialmente segreti tutti i contratti UE per i vaccini Covid.

Al confronto dei documenti negati alla Corte dei conti (o comunque non prodotti), l’importanza dei messaggi scambiati fra von der Leyen e Bourla si ridimensiona. Però intanto il Tribunale UE ha stabilito che la Commissione europea ha avuto torto a non fornirli. Li aveva chiesti il New York Times, che per primo ne aveva svelato l’esistenza.

Tuttavia, per leggere i messaggi, il New York Times dovrà chiederli di nuovo. Chissà se spunteranno fuori o se si scoprirà invece che von der Leyen nel frattempo li ha cancellati. È andata più o meno così quando le è stato chiesto conto di contratti relativi ad acquisti di armamenti stipulati mentre era ministro della Difesa in Germania.

La lupa perde il pelo, ma non il vizio. La cosa grave è che la maggioranza del Parlamento europeo ha rieletto von der Leyen alla presidenza della Commissione europea nel luglio 2024, quando le vicende del Pfizergate erano già note.

Infine, un aggiornamento su un altro fronte di Pfizergate von der Leyen. Il tribunale di Liegi ha archiviato le cause che un cittadino belga aveva intentato a von der Leyen proposito dei contratti da un cittadino belga. Ha deciso così perché il cittadino non ha potuto dimostrare di essere stato personalmente danneggiato.


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