Perche’ il decreto che amplia i contributi per le CER e’ solo in parte una buona notizia

Il ministro Pichetto Fratin ha firmato – ma non ancora pubblicato – il decreto che amplia i contributi per le CER, le comunità energetiche rinnovabili. I fondi PNRR copriranno il 40% del costo degli impianti nei Comuni fino a 50 mila abitanti. Finora i contributi esistevano esclusivamente nei Comuni fino a 5.000 abitanti.

Sembra una buona notizia. Lo è solo in parte. L’allargamento delle maglie discende dalla constatazione che, continuando a vessare le CER, l’Italia perderebbe il denaro del PNRR.

Infatti, il PNRR nel 2021 ha messo a disposizione 2,2 miliardi affinché le CER installino 1.730 MW di nuova capacità di generazione elettrica entro il 30 giugno 2026. Il 23 aprile scorso è stata concessa la prima tranche di contributi: poco più di 8,5 milioni per meno di 20 MW di potenza installata. Hai voglia, ad arrivare a 2,2 miliardi e a 1.730 MW!

Durante il mio primo mandato al Parlamento europeo ho avviato il percorso legislativo che ha portato il diritto europeo, nel 2018, a sancire la nascita delle CER, le comunità energetiche rinnovabili. Esse consentono a cittadini e realtà territoriali di autoprodurre, scambiare, vendere l’energia rinnovabile prodotta da impianti comuni.

In Italia, il decreto attuativo per le CER è arrivato solo nel gennaio 2024, cioè tre anni dopo i fondi disponibili grazie al PNRR. Per ottenerli, le CER devono affrontare un inferno burocratico.

Così il 6 marzo scorso (più recenti dati ufficiali) il GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, ha contato in Italia solo 612 CER. All’inizio del 2024 – un anno prima – nell’Unione europea c’erano già 9.000 CER.

Qualcuno si stupisce che il ministro Pichetto Fratin abbia allargato le maglie dei finanziamenti? Per la cronaca, ci sono voluti oltre due mesi perché il ministro passasse dall’annuncio alla firma del decreto. Allora pensava di concedere i finanziamenti PNRR alle CER nei Comuni fino a 30 mila abitanti.

Il suo decreto che porta la soglia a 50.000 abitanti non è ancora pubblicato. Prima, lo dovrà esaminare e validare la Corte dei conti.

Restano tagliate fuori dai finanziamenti PNRR le CER delle città. È un’ingiustizia, è una discriminazione non ammessa dal diritto europeo.

Infatti, nei documenti nazionali e UE ufficiali relativi ad Italia e PNRR è scritto che i contributi PNRR riguardano “in particolare” le CER situate in piccoli Comuni. Quell’ “in particolare”, che non escluderebbe gli altri Comuni, non compare mai nelle parti realmente dispositive del decreto attuativo italiano. Col risultato che la discriminazione esiste.

Anche se il decreto che amplia i contributi per le CER non è ancora pubblicato, ne circola una versione ufficiosa. Vi si legge anche che l’anticipazione dei fondi PNRR per gli impianti sale al 30% (finora 10%) e che per ottenere i fondi basta realizzare gli impianti entro il 30 giugno 2026. In precedenza, quella data riguardava l’entrata in esercizio. Ora per l’entrata in esercizio (salvo casi particolari) c’è tempo fino al 31 dicembre 2027.

I contributi CER vanno chiesti entro il 30 novembre 2025, come ha stabilito un decreto del 31 marzo scorso. In precedenza, il termine era fissato al 5 maggio.

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