Dario Tamburrano Candidato M5S – Elezioni Europarlamento 2014 (Lazio-Marche-Toscana-Umbria)

Sono Candidato con il M5S alle elezioni Europee 2014 per dare trasparenza a ciò che accade nelle Istituzioni Europee, dare voce alle istanze di quei cittadini che pretendono un cambio di rotta della Comunità Europea e passare  quindi dall’imperativo “Ce lo chiede l’Europa” al “CE LO CHIEDONO GLI EUROPEI”.

La Comunità Europea è stata per molti anni una straordinaria occasione per altrettanto straordinari progressi in qualità della vita, stabilità e pacificazione.

Oggi questa Unione ha fatto invece molti passi indietro: ispirandosi al neoliberismo selvaggio ha favorito l’abbattimento dello stato sociale e la privatizzazione dei beni comuni e degli asset strategici nazionali.

Queste elezioni sono pertanto un crocevia  fondamentale per riportare l’Europa all’interno di un progetto umano e di un processo comunitario e democratico.

Noi rivendichiamo l’immoralità di questo Debito Odioso e  chiediamo l’abolizione degli insostenibili e arbitrari vincoli del Fiscal Compact, del pareggio di bilancio in costituzione, del 3% sul deficit e vogliamo promuovere un referendum popolare sull’Euro, perché la permanenza all’interno dell’eurozona dell’Italia, come di altri Paesi, sia una scelta di liberi cittadini informati e non di elìte politico-finanziarie non elette.

Questo modello economico e questa Europa, avendo come unico parametro di successo la crescita infinita del Prodotto Interno Lordo, ci sta ponendo infatti in una condizione disumana e incompatibile con i mutati scenari geopolitici, energetici e climatici del presente e del futuro.

Questi sono gli scenari che ho approfondito in questi anni di attivismo nel movimento, affrontando i temi del dissesto idrogeologico e climatico, della sicurezza alimentare, della dipendenza energetica e i rapporti dell’attuale paradigma con la predazione incontrollata delle risorse naturali e del capitale umano.

Questo paradigma si è retto finora su un’ampia ed economica disponibilità planetaria di risorse energetiche, minerali, alimentari che sono, non solo in rapido esaurimento, ma sempre più costose e concentrate nelle mani di pochi poteri forti senza controllo e in territori lontani e instabili.

Tale situazione ci pone, non solo in una condizione di estrema vulnerabilità, ma è oggi alla radice della crisi globale che stiamo attraversando, perché è da queste risorse che dipendono l’economia reale, la sicurezza e la prosperità di lungo periodo delle popolazioni, lo stato di guerra o di pace . In sintesi la vita confortevole di ognuno di noi.

La finanziarizzazione della realtà ci ha invece trascinato dentro un mondo metafisico che ci impedisce di focalizzare la nostra azione sui problemi reali della nostra epoca.

Pertanto tutte le future politiche della Comunità Europea – compresa la creazione di moneta da parte della banca centrale – dovranno invece essere dirette a incentivare e favorire una epocale riconversione continentale.

Questa straordinaria riconversione si muoverà intorno a 4 pilastri:

  • Riavvicinando i luoghi del lavoro e della produzione a quelli del consumo e dell’abitare, riducendo la necessità di spostamento di merci e persone, dando maggiore attenzione al mercato locale rispetto a quello globale;
  • Ripristinando l’assetto idrogeologico e la fertilità dei suoli, imbrigliando le acque, trattenendo i terreni, e adottando politiche di adattamento e mitigazione climatica;
  • Traghettando il modello dell’agroindustria verso politiche agricole indipendenti da flussi di energia fossile e materiali non locali;
  • Costruendo, infine, una società delle rinnovabili e del recupero della materia in grado di automantenersi con una bassa intensità energetica e ridotte attività estrattive.

La Comunità Europea che vogliamo è una Comunità Resiliente e Pacifica, che si porrà al di fuori del conflitti per le risorse e delle responsabilità del cambiamento climatico, che non significhi un’autarchia isolazionista, ma dia il via a un nuovo Umanesimo Europeo, un modello esemplare per tutto il nuovo villaggio globale del XXI secolo, come è stata per millenni la Cultura Euromediterranea.

Un rapido e radicale cambiamento dell’Europa è vitale.

Ce lo chiede la Scienza, e soprattutto il Buon Senso.

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(lista aggiornata al 5 maggio 2014)