La riforestazione Pnrr a Roma produce altri due cimiteri di alberi

A Roma la riforestazione PNRR ha prodotto almeno altri due cimiteri di alberi. Si aggiungono a quello delle Acque Rosse.  I due cimiteri di alberi in questione si trovano ai parchi Bonafede e Alessandrino.

Le foto, scattate domenica 19 ottobre, documentano la situazione.

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Un commento lasciato su Facebook sotto il post delle Acque Rosse segnalava la situazione del parco Bonafede. Così siamo andati a vedere.

Con l’occasione, siamo stati anche al parco Alessandrino, situato a poca distanza ed anch’esso oggetto di riforestazione con fondi PNRR. La musica è la medesima: una marcia funebre.

Al parco Bonafede, fra squilli di trombe e rulli di tamburi nell’inverno 2024-25 sono stati messi a dimora con fondi PNRR oltre 5 mila fra alberi ed arbusti. Idem al parco Alessandrino. I grandi media non specificano la spesa. Per i 56 mila fra alberi ed arbusti (ora quasi tutti secchi) delle Acque Rosse si sono spesi 2,3 milioni di euro. Basta fare le proporzioni per constatare che, anche se questi due interventi sono più piccoli, non si tratta certo di bruscolini.

Abbiamo fatto un controllo a campione, verificando le condizioni di 500 alberi in ciascuno dei due parchi.

Risultati. Al Bonafede, è (ancora) vivo solo il 20% circa degli alberi. Un altro 40% circa è morto stecchito (200 circa su 500) e il restante 40% sta seccando: potrebbe forse salvarsi solo ricevendo immediatamente generose innaffiature, o se Giove pluvio ci regalerà rapidamente pioggia copiosa. All’Alessandrino, è (ancora) vivo circa il 40%; il resto è equamente suddiviso fra alberi già secchi (circa 150 su 500) ed alberi che stanno seccando.

Solo il cielo ha aiutato questi alberi a sopravvivere un pochino meglio che alle Acque Rosse. Il cielo: proprio in senso letterale.

Le Acque Rosse sono infatti ad Ostia, sul litorale, dove finora quest’anno sono caduti 366 millimetri di pioggia. A Roma città invece – ovvero nel luogo in cui si trovano i parchi Bonafede ed Alessandrino – i millimetri di pioggia sono stati finora circa 423. Quasi il 15% di acqua in più. Lo si può verificare attraverso le stazioni meteo della Regione Lazio. Per le precipitazioni a Roma città, scegliere dal menù a tendina quella di via Lanciani 38 appunto a Roma. Ce n’è anche una sul litorale, quella di Capocotta

Le piante della riforestazione sono generalmente sui 30 centimetri di altezza; solo alcune arrivano al mezzo metro. Quando sono così piccole, un po’ di acqua in più (o in meno) fa la differenza fra la vita e la morte. L’attecchimento sarebbe praticamente garantito se ci fossero regolari innaffiature, ma evidentemente qui è tutt’altro altro paio di maniche.

Ai parchi Bonafede ed Alessandrino (come alle Acque Rosse) ogni alberello ha un piccolo palo di sostegno ed è collocato dentro un cilindro di rete che funge da protezione. Prosperano rigogliose solo le erbacce.

Gli alberelli, o quel che ne resta, sono in file diritte e regolari, proprio come le tombe di un cimitero. Magari, se l’attecchimento fosse avvenuto, l’occhio sarebbe stato più appagato da alberi disposti lungo linee curve. Sebbene sia un dettaglio, esso è rivelatore dell’approccio ben poco accurato di certi interventi.

Non è un dettaglio, invece, il fatto che gli alberelli sono piantati a distanza di circa due metri l’uno dall’altro. La generalità dei (pochi) sopravvissuti è costituita da querce, che se campano raggiungono i 40 metri e più di altezza: le chiome occupano uno spazio corrispondente.

Date le condizioni degli alberelli, non è possibile peraltro verificare se attorno ad ogni quercia sono stati piantati soltanto bassi arbusti che, una volta cresciuti, avranno dimensioni molto ridotte.

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