Esposto alla Corte dei conti sull’inceneritore di Roma, un ecomostro che danneggia finanze pubbliche ed ambiente

Insieme ad altri esponenti del M5S romano, abbiamo presentato un esposto alla Corte dei conti sull’inceneritore che il sindaco-commissario Gualtieri intende costruire a Santa Palomba. Riguarda il contratto di concessione, che a nostro avviso è squilibrato e danneggia le finanze pubbliche.

Oltre alla mia, l’esposto sull’inceneritore di Roma porta la firma di Virginia Raggi, già sindaca ed ora consigliera comunale di opposizione – la sua firma è la prima – quella di Carla Canale, consigliera del IX Municipio; e del già deputato M5S Marco Bella. Fa seguito ad un altro esposto sui poteri commissariali conferiti a Gualtieri a proposito dei rifiuti di Roma (questi ultimi non hanno alcuna attinenza con il Giubileo al quale egli sovrintende) e sul valore spropositato dei terreni acquistati per l’inceneritore.

Abbiamo faticato non poco per ottenere il contratto di concessione dell’inceneritore che per trent’anni tratterà 600 tonnellate di rifiuti all’anno. È un’opera pubblica classificata come “di interesse pubblico”. Però il contratto non compare sui siti istituzionali: si trovano online solo poche e sommarie informazioni.

Leggendo il contratto, abbiamo scoperto che Roma Capitale si accolla oneri tali da azzerare – in sostanza – il rischio di impresa e da garantire in ogni caso il profitto del concessionario. Ma non solo.

Il contratto contiene l’impegno di Roma Capitale di proseguire i conferimenti dei rifiuti anche dopo i trent’anni già concessi ad Acea. Il tanto annunciato e sbandierato trasporto dei rifiuti via ferrovia diventa trasporto su strada, con ininterrotto viavai di autocarri, intasamento della viabilità ed ulteriore inquinamento.

Inoltre, abbiamo constatato l’inefficienza dell’impianto “di carbon capture” per la cattura dell’anidride carbonica. Nella migliore delle ipotesi, ne intercetterà meno dello 0,1%. Utilizzerà una tecnologia obsoleta, in uso a Ravenna da tempo eppure presentata come sperimentale. Anche la Corte dei conti dell’Unione europea ha bocciato la carbon capture.

In sostanza, l’inceneritore si configura come un ecomostro e il contratto concede al concessionario privato vantaggi che vanno ai danni di cittadini, salute ed ambiente, in spregio ai conti pubblici, alla legge UE sul clima e alla transizione ecologica.

La Costituzione Italiana subordina le iniziative economiche private al rispetto dell’ambiente. Prevede la difesa dell’ambiente e degli ecosistemi nell’interesse delle generazioni future. Come abbiamo scritto nell’esposto, ci sembra che l’inceneritore di Roma calpesti non solo i conti pubblici, ma anche la stessa Costituzione.

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