La “minaccia” per l’incolumità pubblica, la “reintroduzione” ad opera delle autorità… Ho messo insieme le principali notizie false che circolano in Italia sul lupo, specie protetta a livello europeo, chiedendo alla Commissione Europea se vorrà intervenire per ristabilire la verità
Fratello lupo, quante balle sul tuo conto! Ho visto la circolare del Ministero degli Interni che riguarda la tua presenza in Italia e la “tutela della pubblica incolumità”. Ho preso carta e penna per chiedere alla Commissione europea, così attiva nella lotta alle fake news, se vorrà combattere anche quelle che, caro lupo circolano su di te.
Prima fake news: tu saresti pericoloso per la gente, come suggerisce anche la circolare. Proprio tu, che in Italia fin dall’Ottocento non hai mai torto un capello a nessuno ma vieni avvelenato, investito, brutalizzato anche se sei specie protetta a livello europeo!
La seconda notizia falsa che circola sul tuo conto è che tu saresti stato reintrodotto dalle autorità. Lo dicono i politici, come il segretario regionale della Lega in Toscana e il Presidente della Provincia di Trento (sempre della Lega), che ha pubblicato ineffabili video sulla sua pagina Facebook. Lo dicono la tivù e i giornaloni.
Che ignoranza, fratello lupo. Se mai ci fosse stata una reintroduzione, essa avrebbe comportato (come per qualsiasi specie) anni di studio e fior di quattrini: dei quali nessuno ha mai trovato traccia tra le pubbliche spese.
L’espansione recente del tuo territorio deriva dal tuo comportamento. E’ l’ABC della zoologia, niente di difficile da capire: i giovani il più delle volte abbandonano il branco natìo. Percorrono centinaia di chilometri favoriti dalla crescente presenza di caprioli e altre prede. Si fermano quando mettono su famiglia. E diciamocelo: tu sei l’unico, in Italia, che può tenere sotto controllo i cinghiali per i quali tanto (giustamente!) si lamentano i contadini.
Resta il fatto, fratello lupo, che – come dire? – sarebbe decisamente improprio definirti vegetariano. Ma la convivenza coi pastori è possibile e bisogna fare la tara sul dolore degli allevatori per la morte dei loro “docilissimi ed indifesi animali” che essi stessi, con ogni probabilità, avrebbero mandato al macello: cioè a fare la stessa fine. E bisogna fare la tara anche alle fake news che generano allarme sociale su di te: l’esame del DNA o accurate rilevazioni accertano non di rado che i colpevoli dei danni al bestiame sono i cani inselvatichiti. Cani, non lupi.
Così, fratello lupo, ho messo insieme alcune delle principali fake news italiane sul tuo conto e insieme alla collega Eleonora Evi le ho mandate alla Commissione europea. Nella speranza che se gli avanza qualche centesimo dalla “lotta alla propaganda russa” vogliano spenderlo per ristabilire la verità sulla tua questione.