Avviato lo studio sulle emissioni di molti utilizzi della geotermia e da me richiesto durante la genesi della nuova Direttiva rinnovabili. Fornirà la base per i futuri interventi legislativi a livello UE. Le centrali geotermiche italiane emettono enormi quantità di sostanze dannose per la salute e per l’ambiente e sono per ora un caso unico in Europa.
Ha preso avvio lo studio della Commissione Europea sulle emissioni inquinanti della geotermia, da me sollecitato durante l’iter legislativo della nuova Direttiva rinnovabili. La Commissione europea lo aveva annunciato un anno fa, quando il Parlamento europeo ha esaminato sei petizioni sui problemi causati dalle centrali geotermoelettriche attualmente in funzione in Italia (tutte concentrate in Toscana) o che – si teme – deriveranno da quelle di possibile prossima apertura o autorizzazione in Toscana, Umbria e Lazio.
Nella genesi della nuova direttiva rinnovabile ho fortemente sollevato il problema delle emissioni inquinanti della geotermia – la loro presenza è una peculiarità quasi esclusiva dell’Italia, presentando emendamenti (alcuni dei quali approvati) ed inviando dati e bibliografia scientifica ai colleghi europarlamentari e alla Commissione europea.
Prima ancora che la direttiva rinnovabili assumesse la veste definitiva impegnando la Commissione europea ad approfondire ed affrontare il problema delle emissioni geotermiche, la stessa Commissione ha annunciato lo studio che dovrà fornire la base per gli interventi legislativi UE e poi ha incaricato della sua stesura un gruppo di società di consulenza: Ernst & Young, RINA e VITO. Il titolo è “Geothermal plants’ and applications’ emissions: overview and analysis”. Sarà pronto, pare per novembre di quest’anno.
Attualmente l’UE non fissa limiti di emissioni per le centrali geotermiche. Del resto, in quasi tutto il mondo, di regola queste emissioni sono modeste o addirittura assenti oppure si verificano in zone con densità abitative davvero trascurabili. Di qui la generale convinzione che la geotermia sia sempre un’energia pulita.
Tuttavia, a causa delle caratteristiche geologiche del sottosuolo e della tecnologia utilizzata dagli impianti, le centrali geotermiche italiane emettono enormi quantità di sostanze dannose per la salute e per l’ambiente fra cui mercurio, ammoniaca, idrogeno solforato, arsenico… Emettono anche gas dell’effetto serra in quantità addirittura superiore rispetto a corrispondenti centrali termoelettriche alimentate a combustibili fossili.
Nel sangue e nelle urine della popolazione che vive accanto alle centrali geotermiche del Monte Amiata, sostanze come l’arsenico, il cadmio, il cobalto, il mercurio e il tallio raggiungono concentrazioni altissime. Enormemente al di sopra della media nazionale.
Si tratta di fatti certo poco conosciuti: ma veri e che ora vengono finalmente affrontati a livello europeo.